La tecnica del pomodoro

No, questo non è un post di cucina.
Ora che abbiamo salutato tutti i fan di Benedetta Parodi, possiamo andare avanti. Mi è stata suggerita (dal mio amico U, al quale l’ha suggerita sua sorella) una tecnica per non buttare via il mio tempo – cosa che ultimamente sono solito fare – e ve la voglio riproporre. Si chiama la tecnica del pomodoro e funziona così: ti fai una lista di cose da fare. Poi ne prendi una e fai solo quella per un pomodoro. Un pomodoro è solo un altro modo di dire mezz’ora. Al termine del pomodoro hai dieci minuti di pausa, prima di ricominciare con un altro pomodoro.
Infatti adesso sono nella pausa e sta per cominciare un nuovo pomodoro.
Mi sento così cretino.

Quando ti spalmi la crema solare

On air: Beatles, Here comes the sun

…non dimenticarti le orecchie.

Beh. Comunque poteva andare peggio.
Di solito sono messo molto peggio dopo la prima giornata di mare; quando torno a casa sembra che sia stato coinvolto in un’esplosione nucleare. Invece stavolta tutto sommato è andata bene: devo solo ricordarmi di non appoggiarmi sullo schienale della sedia per stirarmi, come ho appena fatto, per dire. E non mi posso nemmeno grattare l’orecchio sinistro. Fortuna che non interagisco molto col dietro del ginocchio o col dentro del gomito, così quelli non dovrebbero farmi tanto male.
Sì, sì, sono uno di quegli esseri umani che “hanno la pelle sensibile”. Noi dalla pelle sensibile impariamo a dire questa cosa alle medie – per giustificare l’uso di quei due o tre litri di crema solare che usiamo in una giornata – e poi impariamo a non dirla più nel periodo delle superiori, quando la parola “sensibile” è indice di patologia sociale. Ma se la Bilboa non ha risentito della crisi è grazie a noi, ecco.

Le perle del Lunedì

( ovvero come iniziare la settimana col piede giusto )

On air: Marina and the Diamonds, Radioactive

1. “anaconda” è un sostantivo maschile. Si dice lo anaconda, e non la anaconda. Si scrive un anaconda, e non unanaconda. Lo so che non parlate mai di anaconda né tantomeno ne scrivete, però non si sa mai. Per dire, io passerò tutta la giornata a parlare di anaconda, giusto per lo sfizio di usare questo nuovo termine.
2. “Giuliano dammi una forte spinta verso X” non è una tattica di baccaglio infallibile. Soprattutto se la preda si sposta e tu ti scontri contro un energumeno di un metro e novanta che ti chiede se ci sono problemi. Alché tu devi rispondere che no-niente-affatto-scusa-l’arrosto-in-forno-vado.
3. O avete i vetri scuri, oppure se vi scaccolate in macchina VI SI VEDE. Diciamolo. È bene esserne a conoscenza, per fare in modo che tutti evitiamo di vedere ciò che nessuno vuole vedere. La prossima volta vi fotografo e vi pubblico sul blog. Cacchio, che idea, un blog di scaccolamenti: quasi meglio di ValerioPinoNakedLife.
Anaconda.
Un anaconda.

Lezioni di grammatica italiana

( le congiunzioni )

On air: Mika, Rain

Carissimi bambini, oggi la maestra vi spiega le congiunzioni. Le congiunzioni sono paroline molto molto importanti, perché a seconda di quale usate una frase può assumere connotazioni davvero frizzanti. Ad esempio, provate a trovare le differenze tra le tre seguenti frasi:
sono guarito *E* oggi piove
sono guarito *MA* oggi piove
sono guarito *PERTANTO* oggi piove
E ora, bambini cari, ditemi: secondo voi, qual è quella corretta?

Maschi VS Femmine, secondo me

È giunto il momento che metta a disposizione del mondo tutto il sapere che in questi ventritre anni di vita ho accumulato. E mi riferisco al sapere più inutile di questo mondo: la conoscenza della razza umana – che appunto è la più inutile di questo mondo.
Vorrei cominciare con una cosa abbastanza semplice. La differenza tra maschi e femmine. In realtà tratterò l’argomento in maniera molto approssimativa. Il mio intento è dare una spiegazione di carattere generale della questione, servendomi di stereotipi preconfezionati che l’America ha consolidato grazie a Beverly Hills 90210 e Lizzie McGuire che sembrano telefilm spensierati ma che in realtà sono potenti mezzi di lavaggio del cervello.

(Ma la cosa importante su cui riflettere è che esistono tante eccezioni agli stereotipi, in tutti i campi, e per fortuna)

Dunque, dicevamo della differenza tra maschi e femmine. Bene. Se permettete vorrei servirmi di una perla della cinematografia. Uno dei musical più famosi del mondo che è particolarmente esemplificativo.

Summer nights, da Grease


Gli amori estivi mi hanno fatto esplodere!
Gli amori estivi sono avvenuti così velocemente!

[ Sì, vabbè, questo è irrilevante.
Proseguiamo ]

 
Ho incontrato una ragazza pazza di me
Ho incontrato un ragazzo davvero molto carino

[ Nel secondo pezzettino capiamo già subito tutto.
I ragazzi si pavoneggiano, si vantano, si gonfiano.
Le ragazze mitizzano, esaltano, idealizzano.
Potremmo già fermarci qui, ma proseguiamo con l’ascolto,
perché ormai ho colorato di blu e rosa tutta la canzone ]

I giorni d’estate svaniscono lentamente
ma oh, quelle notti d’estate!!!

dimmi di più, dimmi di più
Sei arrivato molto lontano?
dimmi di più, dimmi di più
come ad esempio: ha una macchina?

[ Ecco fatto. Da questi versi corali possiamo facilmente arguire
una certa natura venale insita nelle ragazze e la classica tendenza
dei ragazzi a credersi tanto fighi quanto più sono andati in profondità
nella vagina di lei. Una curiosa proporzionalità, direi ]


Lei era in piedi vicino a me,
le é venuto un crampo
lui é venuto da me, avevo i vestiti bagnati
le ho salvato la vita, stava per affogare
Si é messo in mostra, nuotando qua e la

 [ Non si fa fatica a capire che il ragazzo esagera uno zinzino
cercando di passare da campione quando, a detta di lei, stava solo
cercando di attirare la sua attenzione. Comportamento che 
lei, andando contro ad ogni logica, sembra apprezzare ] 

 
Sole estivo, qualcosa é iniziato
ma oh, quelle notti d’estate!!!

Dimmi di più, dimmi di più
Fu amore a prima vista?
Dimmi di più, dimmi di più
Ha provocato litigi vari?

[ Mi sfugge il motivo per il quale lui dovrebbe esaltarsi
se lei avesse “provocato litigi vari” (traduzione trovata sul web,
abbiate pazienza), comunque è chiaro di come le bimbe
desiderino cose assurde e totalmente impossibili come
l’amore a prima vista o altre romanticherie tipiche degli Harmony ]


L’ho portata a giocare a bowling
Siamo andati a passeggiare,
abbiamo bevuto una limonata
Abbiamo limonato sotto il molo
Siamo rimasti alzati fino alle 10

[ Simpatico ed ambiguo uso dei termini limonare / limonata.
Metodo utilizzato anche recentemente da Berlusconi
coi termini burlesque / prostituzione, a dimostrazione del fatto
che Grease è un musical che ha fatto la storia ]

 
Gli amori estivi non significano nulla
ma oh, quelle notti d’estate!!!

dimmi di più, dimmi di più
mica l’hai messa incinta?!

[ Impossibile. John Travolta usa i preservativi.
In pelle ]

 
Dimmi di più, dimmi di più
perché lui ci sembra molto noioso!

È stato gentile, stringendo la mia mano
È stata gentile, in riva al mare
Era dolce, aveva appena compiuto 18 anni
Beh, è stata brava, sai cosa intendo?

[ Ancora una volta vediamo come i bimbi si vantino
delle proprie esperienze, facendo riferimento
a… ehm… argomenti… materiali. Invece le ragazze
si crogiolano nelle loro illusioni romantiche.
Roba da prendere a testate il muro ]

 
Calore estivo, ragazzo e ragazza si incontrano
ma oh, quelle notti d’estate!!!

dimmi di più, dimmi di più
Quanti soldi ha speso?
Dimmi di più, dimmi di più
può presentarmi un amica?

[ Arguiamo come per le ragazze valga il ragionamento
“più ha speso più è fantastico”. Arguiamo come i ragazzi non
ragionino e si preoccupino subito se c’è un’amica per loro ]


é arrivato il freddo, ecco com’é finita
così le ho detto che potevamo restare amici
poi ci siamo giurati vero amore
Mi chiedo cosa stia facendo lei ora

 
I sogni d’estate strappati sulla cucitura

[ ? ]

ma oh, quelle notti d’estate…

Ed eccoci in fondo alla canzone. Finalmente entrambi dicono ciò che pensano realmente. E badate bene: lo fanno quando sono lontani dai loro amichetti canterini. Potrebbe essere perché l’essere umano tende a tenere per sé i propri pensieri più intimi. Ma più probabilmente è perché certi acuti è meglio se non li sente nessuno.

Crea il tuo gruppo vocale anni 90 in tre semplici lezioni

Buongiorno a tutti e benvenuti al corso Crea il tuo gruppo vocale anni 90 in tre semplici lezioni. Un corso strabiliante e innovativo che ti permetterà di creare, in tre semplici lezioni, il tuo gruppo vocale anni 90. Hai sempre desiderato di creare il tuo gruppo vocale anni 90? Da oggi puoi farlo, e in tre semplici lezioni: segui anche tu il corso Crea il tuo gruppo vocale anni 90 in tre semplici lezioni e potrai creare il tuo gruppo vocale anni 90, e tutto questo in sole tre semplici lezioni!
Sentiamo la testimonianza di un nostro cliente:

Quando una mia amica me ne ha parlato, non lo credevo possibile, e l’ho presa in giro. Poi, un po’ per gioco, un po’ per curiosità, ho provato la prima delle tre semplici lezioni. Ed è stato fantastico. Adesso ho anch’io il mio gruppo vocale anni 90. Provate anche voi Crea il tuo gruppo vocale anni 90 in tre semplici lezioni: funziona davvero!

Lezione #1 – Scegli un sesso
I gruppi misti non tirano nei Novanta. I ragazzini si identificano meglio se un gruppo ha una formazione composta da membri dello stesso sesso. Maschi o femmine? Boyband o girlband? Fai la tua scelta, ma ricorda che tale scelta è irreversibile: il passaggio da un sesso all’altro – così come l’ambiguità di genere – è consentito solo agli artisti solisti. Pertanto, se sei interessato, ti rimandiamo all’acquisto di Crea il tuo artista solista pop o al massimo glam rock del ventesimo secolo.
Lezione #2 – Forma la band
Un gruppo vocale anni 90 ha un grande difetto: è composto da esseri umani. Ma ha anche un grande pregio: è composto da esseri umani che sono dei totali imbecilli, caratteristica tutto sommato molto diffusa sulla Terra. Con i consigli di questa lezione, ti aiuteremo a selezionare gli umani perfetti per la tua band. Dovrai soltanto sceglierne alcuni appartenenti a queste categorie:
Il bono: le ragazzine gli sbaveranno dietro e urleranno al solo vedere la sua faccia pulita. Si rivelerà essere omosessuale dopo dieci anni dallo scioglimento del gruppo
• La strafiga: elemento imprescindibile di una band. Deve essere completamente scema, così i ragazzini potranno pensare che una così sarà alla loro portata, quando avranno i baffi
Quello/a di colore, per insegnare subito ai bambini che il colore della pelle non fa differenza: anche i neri possono cantare male, tanto quanto i bianchi.
Quello/a che sa davvero cantare. Almeno un pochino. Dai
Quella che farà carriera poiché ha capito tutto dalla vita. Per approfondire, si legga il paragrafo Victoria Beckham
Quello/a che non si cagherà nessuno, mai. Nessuno si ricorderà mai il suo nome, e talvolta nemmeno il suo colore di capelli. Questa figura si è evoluta negli Anni Zero in ruoli altrettanto importanti (per approfondire, si legga il paragrafo Il cinese dei Black Eyed Peas)
Quello capace di fare gli urlini e le mossine. Stonato come una campana, è preferibile non fargli mai prendere in mano il microfono, se non per le parti in playback (cioè quasi tutte). Se nella canzone è presente un pezzo strumentale, lui può fare finta di ballare.
Lezione #3 – Lancia il gruppo sul mercato discografico
È necessario un primo album. Dodici canzoni assolutamente non impegnative, di cui dieci brutte o al limite inutili, che nessuno tanto ascolterà mai. Due singoli da far ruotare in radio: il primo molto orecchiabile, troppo, una cantilena capace di trivellare il cervello e fracassare i maroni; il secondo singolo praticamente uguale al primo, ma con un titolo diverso. 
Ed ecco qua: hai appena creato il tuo gruppo vocale anni 90 in tre semplici mosse!

Questi stivali sono fatti per deficere

Qualche anno fa io e una mia amica abbiamo osservato che, dopo tutta la mattina e gran parte del pomeriggio a studiare, iniziavamo ad esaurirci, e lo facevamo sempre intorno ad un’orario preciso: in media, le 16:07, chiamate anche il deficit time, in quanto era il momento in cui cominciavamo a deficere. 
( parentesi: iniziare a scavolare alle quattro di pomeriggio è una cosa veramente sgradevole. Troppo presto, ti rovini tutto il pomeriggio di studio. Con l’esperienza abbiamo capito che quando arrivava il deficit time avevamo bisogno di una pausa per rilassarci e non perdere troppo la concentrazione. Dio, che parentesi noiosa che è questa! )
Comunque, oggi ho cominciato a deficere verso le cinque e mezzo barra sei. Ho fatto la pausetta tattica, quindi tutto si è risolto in fretta, ma la cosa che vi vorrei riproporre è il prodotto del mio momento di esaurimento. All’inizio ho semplicemente cominciato ad emettere versi come Pa Ba Ba Ba Pa Ba Pa Pa. Tra l’altro devo sbrigarmi a registrarli alla SIAE perché Lady Gaga potrebbe copiarmeli e farci uscire il nuovo singolo della primavera.

Poi è partito il vero deficere. Forse stavo pensando al mio recente acquisto del paio di stivali. Fatto sta che sognavo a occhi aperti di aprire la porta dell’aula studio e iniziare a cantare a squarciagola questa canzone:

Ma la cosa non si fermava lì. In questo sogno facevo anche una specie di performance, che vi voglio illustrare verso per verso perché credo che abbia un non so che di artistico, e comunque non si sa mai: metti caso che il blog venga letto da un autore televisivo o da qualche altra creatura ugualmente terribile che mi possa offrire un ingaggio nel mondo dello spettacolo…
*** è consigliato ascoltare la canzone man mano che si procede nella lettura ***

You keep saying you got something for me 
[ Qui apro la porta e tutti i lucchesi, ovviamente, 
c’hanno da alzare la testa a guardare chi è entrato. 
Questo succede anche quando entra qualcuno in modo normale, 
non necessariamente devi ballare e cantare per farti notare ]
Something you call love but confess
[ Con un abile movimento richiudo la porta ]
You’ve been a’messin’ where you shouldn’t ‘ve been a’messin’
And now someone else is getting all your best

[ Comincio a camminare verso il salvacarta 
e mi appiglio alla lavagna dove sta il regolamento. 
Ballicchio un po’ dando le spalle agli studenti ]
Well, these boots are made for walking, 

[ Mi giro con un rapido scatto ]

and that’s just what they’ll do

[ Avanzo di qualche passo ]
One of these days these boots are gonna walk all over you

[ Pronuncio la frase finale 
con un’espressione misteriosa ma decisa. Nella parte strumentale mi muovicchio verso la porta del bagno. “Muovicchio è un neologismo che significa che cammino a tempo. “Neologismo” è, temo, una presa di culo ]

You keep lyin’ when you oughta be truthin’

[ Afferro la maniglia ]
You keep losing when you oughta not bet
[ Abbasso la schiena facendola ruotare. Non mi riesce 
spiegarlo bene ma vi giuro che è possibile 
e che nella mia mente è tutto ben delineato ]
You keep samin’ when you oughta be a’changin’

[ Apro la porta ed entro nell’anticamera del bagno.
Poi esco subito. Sia mai che decidano di chiudermi dentro ]
What’s right is right but you ain’t been right yet

[ Faccio l’occhiolino alla tipa che 
è da Agosto che sta preparando Anatomia ]
These boots are made for walking, 

[ Indico i miei stivali ]

and that’s just what they’ll do

[ Alzo l’altro braccio e indico il cielo 
e soprattutto spero che la pausa musicale duri poco 
perché sono in una posa davvero ridicola ]
One of these days these boots are gonna walk all over you

[ Incrocio le braccia. Sono un figo ]

You keep playing where you shouldn’t be playing

[ Mi rivolgo alle tipe che di solito giocano a scala quaranta.
Sempre che ci siano, e non siano in sala relax
a giocare a scala quaranta ]
And you keep thinking that you’ll never get burnt 

[ Faccio la linguaccia a Memole
che è una che sembra Memole ]
Well, I’ve just found me a brand new box of matches
And what he knows you ain’t had time to learn

[ Cammino verso Batman e Robin e li prendo per il golfino,
li alzo come se dovessi farli sbatacchiare insieme ma poi
non lo faccio e li rimetto giù. Il pubblico qui dovrebbe
ridere sinceramente divertito. Qualcuno può applaudire, magari ]
These boots are made for walking,

[ Indietreggio verso il centro della stanza ]

and that’s just what they’ll do

[ Mi fermo. Sono al centro. Mi guardano tutti ]
One of these days these boots are gonna walk all over you

[ Faccio una giravolta con l’indice puntato verso l’esterno.
Indico tutti. “You” siete tutti voi. Hahaha, che ganzo che sono.
Poi me ne vado. Senza accorgermi che ho la carta igienica
attaccata sulla schiena ]

Beh. Che c’è? Jessica Simpson ha fatto di peggio.

Baioccomanzia

On air: Ladytron, Predict the day
Sono sempre stato contrario a qualsiasi tipo di previsione del futuro. Ai tempi del liceo leggevo quotidianamente l’oroscopo di google (per forza, mi capitava nella home page!), e lo leggevo con passione pur non credendo a una sola parola di quello che c’era scritto. Perché lo leggevo? Perché pensavo che fosse un modo di prendere la vita col sorriso, visto che l’astrologa di google aveva sempre qualche cosa di positivo da dire. Perché aveva sempre qualcosa di positivo da dire? Beh, perché probabilmente l’astrologa di google è milionaria. O si fa di crack. O entrambe.
Poi ho iniziato ad odiare quell’oroscopo, perché parlava troppo bene del mio segno. Tutti i giorni, secondo la asDrologa di google, mi sarebbe dovuto capitare un incontro straordinario, o piccante. Ce l’aveva proprio con gli incontri piccanti, quella tipa. Forse è anche ninfomane. Comunque, l’unica cosa che poteva capitare di piccante a me era il tabasco. 
D’altra parte, le varie divinazioni esistenti mi hanno sempre affascinato. Trovo che i segni zodiacali siano una bella idea. Non possiamo dire con certezza se funzionino o meno, ma anche se non funzionassero si può dire che sono una bella idea, almeno artisticamente parlando, e sono studiati alla perfezione. Una mia amica legge i tarocchi. Ed anche un mio amico li legge, solo che ne ha inventata una versione molto più utile con carte quali La gonorrea o Il tirocinio. E poi c’è chi legge la mano, chi i fondi del caffè, chi le cacche degli uccelli, chi la sfera di cristallo, e a me piacerebbe sottopormi a ognuna di queste pratiche divinatorie. Tranne quella delle cacche degli uccelli.
Oggi però ne ho progettata una io: la lettura dei biscotti. Che è destinata a divenire la mia preferita, soprattutto perché alla fine si può mangiare il biscotto in questione (che sarebbe meglio se fosse un Baiocco). Ve la spiego brevemente: si inizia estraendo un biscotto dal pacchetto, dopodiché lo si analizza.
Se si estrae metà biscotto, bisogna vedere l’interno: se non c’è attaccata la cioccolata, guai in vista; se invece la cioccolata c’è, qualcosa andrà bene. Se dal pacchetto esce un biscotto spezzato significa distruzione e morte, peste e corna, vento e pioggia. 
Se si estrae un biscotto intero potrebbe succedere qualcosa di bello. Come mangiare il biscotto, per esempio.

Cos’è lo zucchero semolato

A volte mi scordo l’indirizzo di questo blog. Il che è preoccupante, visto che è il mio nome seguito dal mio cognome. In realtà non è questo che mi scordo, ma se in fondo ci vuole blogspot.com o blogspot.org (per inciso, ci vuole com).
Siccome ero al pc dell’aula studio, per trovarmi mi sono cercato su google. E per la prima volta ho realizzato che google ha quella straordinaria funzionalità del completamento automatico, che sarebbe il fatto che il motore di ricerca ti suggerisce quello che vuoi cercare offrendoti alcune possibilità prima che tu abbia finito di scrivere. Cerca di leggerti nel pensiero, insomma.
(oddio, sento il bisogno irrefrenabile
di ascoltare la sigla di È quasi magia Johnny.
Ecco, fatto. Scusate)
Dicevo che cercavo il mio blog su google. Finché scrivo “zucchero” non c’è da dire niente di rilevante. Ma non appena metto la “s”…
UUUUUUUH! Ci sono io!
WOOOOOOO! Ma sono un grande! 
YEEEEEEE! Che mito che sono!
Okay, in realtà se andiamo a vedere vengo dopo la definizione di zucchero sintattico nell’informatica, ma tutti vengono dopo Wikipedia, non conta. E poi c’è un’altra cosa che mi fa storcere il naso. E cioè che vengo superato dallo zucchero semolato.
Che non so manco che cazzo sia. 
(scusate la volgarità, ma qui si parla di un terribile affronto.
Vengo superato dallo zucchero semolato, non so se mi spiego.
Non lo zucchero normale: lo zucchero semolato.
Che solo a pronunciarlo sembra roba per pappemolli)
Bene. C’è solo una cosa da fare: parlare dello zucchero semolato. Di modo che chi cercherà informazioni sullo zucchero semolato troverà lo stesso il mio blog. Il mio blog che compare anche quando non lo vuoi. Come la maledizione di un faraone egizio, o un’unghia incarnita.
Dunque, lo zucchero semolato. Non credo ci sia molto da dire. Perché, carissimi miei lettori, lo zucchero semolato è lo zucchero normale. Quello che mettete nel quinto caffè per non sentirvi davvero dei dipendenti da psicoattivi. Quello che se vi finisce nel letto poi non riuscite a dormire per via di tutti i granellini. Quello che se vi cade per terra poi dovete subito pulire prima che quel punto del pavimento diventi un ricettacolo di formiche.
Tiè. La mia scalata nel web prosegue. A quale altra sostanza toccherà, la prossima volta? Cose e persone del mondo, state in guardia: parlerò di voi. Prima o poi.
On air: Cristina D’Avena, È quasi magia Johnny