Come diventare uno spezzacuori

Realizzi di essere un single davvero disperato quando inizi a leggere i manualetti su come trovare un partner. Modestamente posso affermare senza presunzione di aver oltrepassato ormai da molto tempo questa soglia di disperazione, tanto che adesso mi trovo in questa bolla in cui non esistono le cose brutte come i sentimenti o il nuovo taglio di Malika Ayane o le pubblicità interpretate da Enrico Brignano.
Comunque, dicevo, ho avuto modo di leggere questi libri, cominciando da Alla ricerca delle coccole perdute di Giacobbe, poi Come diventare bella ricca e stronza, sempre di Giacobbe, che è un ometto abbastanza brutto che evidentemente passa la sua solitudine a scrivere libri per casalinghe insoddisfatte. Infine, Trattali male perché agli uomini piace soffrire, scritto dal vincitore gay dell’edizione greca del Grande Fratello, cioè in pratica un esperto del settore.
Ho notato che tutte le indicazioni contenute nei suddetti manuali possono essere facilmente riassunte in poche regole comuni, pertanto adesso sintetizzerò quanto ho appreso dalle mie letture, permettendovi così di non spendere soldi per questi libri e al contempo di scoprire il più grande mistero del mondo, secondo solo al trovare forme di vita che apprezzino la comicità di Luca Laurenti
Ecco a tutti voi le istruzioni su…

Fare finta che non te ne importi niente. Devi apparire distaccato, non interessato, più stinfio di un manichino di Zara. Che non significa assumere lo stesso brio di una speaker di Radio Maria, anzi, devi comunque mostrare quanto sei interessante e figo, senza però far capire all’altro che potrebbe piacerti.
Non concedersi. Purtroppo per noi, tutta la letteratura concorda su questo punto, anche se non è ben chiara sul lasso di tempo da attendere prima di lasciare che la nostra vittima ottenga la nostra virtù. Facendo qualche calcolo ponderato – fortuna che ho dato Analisi 1 – si riesce a definire un intervallo temporale di tre appuntamenti prima del primo bacio e un minimo di tre mesi prima di giacere insieme biblicamente (sono permesse massimo cinque palpatine tra il primo e il terzo mese).
Tirarsela fino allo sfinimento. Per esempio, rispondere ai messaggi con subdola oculatezza: ignorarli potrebbe far pensare alla vittima che è meglio lasciarvi perdere, per cui dovrete ignorarne la maggior parte ma talvolta rispondere ad alcuni, per alimentare nell’altro la crudele fiamma della speranza.

Ora, grazie alla mia esperienza posso fornirvi una speciale quarta regola, che definirei la più importante. La regola d’oro.

Quello che hai letto finora è una serie di cazzate. Non esistono regole per trasformarsi in spezzacuori. Spezzacuori si nasce, o si diventa dopo che ci si sbatte la testa più volte. Ma la verità sconvolgente è un’altra: che non hai bisogno di essere uno spezzacuori. Questa non è la solita frase ipocrita recitata da uno che è fidanzato: fidati di me, che sono single. È vero che puoi averne le palle o le ovaie piene, ed è vero che sei stanco di soffrire e di attaccarti a persone che non ricambiano, ed è vero che non ce la fai più a spendere energie per gli uomini, ma credimi: queste regole non ti serviranno mai a niente se non a falsare te stesso.  Spezzare il cuore a una persona è una cosa da stronzi. Appunto per questo esiste un messaggio importante che puoi mandare con tutta la tua anima:

Ecco.

La sindrome del bravo ragazzo #2

– Parte seconda –
– Fenomenologia del bravo ragazzo –
Nella prima parte vi raccontavo un simpatico aneddoto che mi ha portato ad una serie di elucubrazioni  dall’importanza pressoché cosmica riguardanti la figura del bravo ragazzo. Non si può dire il contrario: il bravo ragazzo esiste. Certo, è vero che ognuno di noi ha dentro di sé sia una parte di luce che una di oscurità, come ci ha insegnato la saga di Harry Potter o anche un qualsiasi episodio di Sepolti in casa, ma è innegabile che alcuni uomini siano più devoti al Bene rispetto ad altri. 
E questi uomini sono i bravi ragazzi.
Ma non tutti i bravi ragazzi sono uguali. Altrimenti avremmo un esercito di buoni fatti tutti con lo stampino. Invece esistono vari archetipi a cui possiamo ricondurre tutti i bravi ragazzi, e io adesso renderò questo blog utile all’umanità e ve li descriverò. Signore e signori e Maria De Filippi, ecco a voi la mia personale disamina sulla figura del bravo ragazzo.
Tipologia n. 1 – il Dawson 
anche detto quello assolutamente inutile
È una categoria considerevolmente odiosa. Non perché i Dawson siano davvero antipatici, bensì perché si comportano come amebe e hanno pure la pretesa di dare il nome a telefilm degli anni 90 che durano ben sei stagioni. Ad ogni modo, l’esemplare di Dawson subisce ogni genere di angheria dai cattivi, senza mai reagire. Non ha un briciolo di spina dorsale, ma si sente figo quando compie cose trasgressive, tipo scaccolarsi.
Tipologia n. 2 – il Peter 
anche detto il figliolo dalle umili origini
L’esemplare di Peter non conosce la malvagità, poiché è stato cresciuto in un ambiente povero e ameno ma pieno di amore famigliare. I genitori, di solito molto simpatici ma con gravi problemi economici, hanno preferito morire piuttosto di vendere il figlio alla mafia cinese, con la conseguenza che il bravo ragazzo che ne è venuto fuori è un bravo contadino, sa fare cose come mungere le mucche ed è terribilmente scemo.
Tipologia n. 3 – il Clark 
anche detto quello che gioca all’eroe
Un brutto giorno una figura famigliare paterna muore, lasciando detto che da grandi poteri derivano grandi responsabilità*, e da quel momento il Clark comprende quale è davvero il suo destino: mangiare biscotti. Ah, no, scusate, quello è il mio. Dicevo, comprende che il suo destino è proteggere l’umanità dai cattivi e dalla calvizie di Lex Luthor
* lo so che questa frase la dice lo zio di Peter Parker e non di Clark Kent, ma ho già usato il nome Peter per la tipologia n.2
Tipologia n. 4 – il Finn 
anche detto quello popolare ma buono
È il classico ragazzo popolare completamente inverosimile con cui l’America ci martoria le palle inserendolo in TUTTI i film e telefilm per adolescenti. Di solito l’esemplare di Finn è molto carino nonostante una faccia da pesce palla lesso, ed è sempre il capitano della squadra di football. Sta insieme alla strafiga stronza, ma è così buono che gli piace anche la sfigata mora non-strafiga-ma-comunque-abbastanza-carina che gli sbava dietro. Ma allora lascia la stronza e mettiti con la sfigata, Dio santo, è tanto difficile?!
Forse ho dimenticato qualche categoria, ma le essenziali mi sembra di averle inserite. In definitiva, mi piace prendere in giro questi bravi ragazzi, ma la verità è che loro sono creature di luce, e bisogna tifare per loro. GOOD BOY RULEZ!

Scusate l’assenza

Scusate se è qualche giorno che non scrivo sul blog, è che sono stato in coda di fronte agli Apple Store per comprarmi l’iPhone 5.
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Dio che spasso!

Esperimento sociologico nel negozio di un barbiere

Soggetto alfa
Homo sapiens 
Sesso: maschio
Costituzione: apparentemente deperito
Età: 23 anni, portati alla grande
Note: aspira a diventare come Beyoncé, un giorno. Un po’ lo è già
Soggetto beta
Homo sapiens
Sesso: femminile
Costituzione: evidentemente una buona forchetta
Età: in esadecimale? Mah, sulla quarantina, a essere buoni
Note: pessima camicetta
* * *
Finalità dell’esperimento
I due soggetti campione appartengono alla stessa (biasimabile) specie animale, tuttavia presentano evidentemente caratteristiche opposte a livello anagrafico, sessuale, fisionomico e soprattutto nel modo di vestire. Lo scopo del test è quello di osservare, attraverso studi condotti nel negozio di un barbiere, se queste differenze si rispecchiano in un modello comportamentale altrettanto diametrico.
* * * 
Soggetto alfa, tentativo sociologico #1
Barbiere: “Come si fanno?”
Soggetto alfa: “Corti”
* * *
Soggetto alfa, tentativo sociologico #2
Barbiere: “Dove vai in piscina?”
Soggetto alfa: “Al Palazzetto”
* * *
Soggetto alfa, tentativo sociologico #3
Barbiere: “Dov’è che stai?”
Soggetto alfa: “Nel paese vicino”
Barbiere: “Ah, già, me l’avevi detto l’altra volta”
* * *
Soggetto alfa, tentativo sociologico #4
Barbiere: “Ti piace Jovanotti?”
Il soggetto alfa deglutisce. Il suo occhio sinistro inizia a ballare nervosamente.
* * *
Soggetto beta, tentativo sociologico #1
Barbiere: “Ci sei andata al mercato?”
Soggetto beta: “Oh, ci sono stata ieri, un macello, ma un macello ti dico! Bello eh, quando sei lì poi ti rilassi, poi hai visto trovi sempre qualcosa a poco, anche due sciocchezze, piuttosto di andare via senza nulla compri un paio di mutande e oh, non dico che sono chissà che eh, ma oh, ti fanno andare via… come ti posso dire, oh, più soddisfatta! Certo però un macello, un ma-ce-llo. Il problema lo sai qual è? Il parcheggio, non si trova parcheggio a pagarlo oro. Oro!”
Barbiere: “Perché ci devi andare presto, se ci vai presto trovi parcheggio”
Soggetto beta: “Ma ci vado presto eh, che credi?! Oh, ieri ho portato Luca a scuola e dovevo parlare con le maestre perché oh, non dico che ha dei problemi eh, ma hai visto ogni tanto è bene parlarci con le maestre, per vedere se è tutto a posto, non lo voglio mica trascurare mio figlio. Oh, ma lo sai del bimbo della Stefania?”
Barbiere: “No, che ha?”
Soggetto beta: “Eh, da quest’anno c’ha l’insegnante di sostegno. Dice che è dis… Dis… Oh, che c’ha problemi a parlare. Ma te lo dico io, lì è la famiglia che manca. Oh, ma non dire nulla eh. Non vorrei che iniziassero a circolare le voci, che poi quando circolano le voci è brutto.”
* * * 
Osservazioni finali e conclusioni
Gli studi effettuati evidenziano come effettivamente i due tester siano diversi: il primo più riservato e taciturno – o per meglio dire un odioso sociopatico – e il secondo più incline alla parola, o come si dice nel gergo comune: “c’ha la chiacchiera facile”. 
Ad ogni modo, non ci possiamo ancora dichiarare soddisfatti scientificamente dai risultati ottenuti. Riteniamo parziali e sommari i test finora effettuati e ci riserviamo la possibilità di effettuarne di nuovi nell’immediato futuro. Possibilmente su soggetti che non appartengano a categorie limite. O, come si dice nel gergo comune: che non siano casi umani.
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[ articolo pubblicato su Maintenant Mensile,
qui il link originale ]

L’amico figo

Ho un amico figo. In questa sede lo chiameremo semplicemente AmicoFigo: non posso dire come si chiama davvero perché lui – al contrario di tutti i fighi, che se la credono tantissimo – è un tipo riservato e si imbarazzerebbe. E poi mi staccherebbe la testa a morsi. Comunque, chiunque mi conosca ha capito per forza di chi sto parlando. Non è Ciuffo, per dire, lui è AmicoSimpatico. Non è nemmeno Lore, il mio guru informatico, che avrebbe buone potenzialità per diventare universalmente figo, ma ha scelto di essere nerd, e ciò lo rende figo solo per chi ha tendenze nerd.
Ho un amico figo. Eh, capita. Succede anche ai migliori, lo so. Sì, condoglianze, grazie. Non so se avete mai provato ad andare a giro con un amico figo. All’inizio mi sembrava quasi umiliante: insomma, diventi pressoché invisibile, guardano tutti lui. Adesso però la trovo una delle cose più divertenti del mondo: passeggi per strada e vedi le persone che si girano, che sbattono ripetutamente le palpebre, che cambiano direzione, che iniziano a barcollare, che sbatacchiano l’una contro l’altra. Non sto scherzando: una volta ho visto un turista che si è sbrodolato addosso la minestra di farro, perché AmicoFigo stava passando. Sembra di essere nello spot della 500, quello in cui Jennifer Lopez è lì che guida e tutti la rincorrono impazziti.
Ho un amico figo. A ripensarci essere fighi ha anche i suoi svantaggi (come il provocare incidenti mortali, nel caso di JLo). È necessaria una campagna di sensibilizzazione che li aiuti ad essere accettati nella società in cui vivono: dai, adotta anche tu un amico figo.

Il vero volto di Sandra Marchegiano

Da qualche giorno la tecnologia mi perplime. Per esempio ogni tanto sullo schermo compaiono delle righine blu o milioni di fastidiosi puntini neri che si muovono tutti in su e in giù. Il mio collega informatico Bernabei, che ha imparato la precisa terminologia tecnica, dice che c’ho la scheda video sminchiata. Per il momento risolvo la cosa muovendo rapidamente la testa in su e in giù, in parallelo con le righine, e riesco a cavarmela, anche se sembro il tacchino glu glu glu, per dire.
Poi è successo che oggi pomeriggio Ciuffo mi ha scritto di cercare Sandra Marchegiano su Google Immagini. Per quei pochi ignoranti che ancora non ne sono a conoscenza, Sandra Marchegiano è stata una concorrente di Miss Italia nel mondo di svariati secoli fa, presentato – stranamente – da Fabrizio Frizzi che già allora era assurdamente odioso. Vi metto il video qui: LINK (guardatelo che merita più di Avatar).
Apro Google Immagini e cerco Sandra Marchegiano, ed esce questo:
Google, caro. 
Toglimi subito di lì o mi compro un iPhone.

Acquario

“Nei prossimi mesi la situazione potrebbe cambiare.” 
Vorrei sottolineare il subdolo uso del condizionale in potrebbe, oltre alla minaccia costituita dalla pluralità del termine ‘mesi’ e soprattutto mi preme di far notare che il verbo cambiare include la terrificante eventualità che la situazione cambi. In peggio.

Possibile scambio di battute all’ingresso di una palestra

Ciao e benvenuto alla palestra Olympida io sono Vanessa e so che con questa tutina azzurra e il nuovo colore dei capelli “biondo nastro isolante” ti ricordo vagamente una versione più porca di Puffetta ma ti assicuro che mi troveresti attraente se solo tu fossi capace di provare attrazione fisica per noi che siamo provviste di vagina invece di desiderare continuamente il peccato con altri tuoi simili ma per fortuna io non sono come te e anzi ho una ferrea educazione morale basata su Gesù e zero carboidrati per quanto poi sia costretta a sorriderti perché mi pagano per assumere l’espressione di quella che è felice di dartela non appena hai firmato l’abbonamento. Posso fare niente per te?
Ciao io sono Tredici ed effettivamente mi vorrei iscrivere anche se sono un po’ sdubbiato dal fatto che ho paura che costi un fantastiliardo e questo potrebbe essere un problema in quanto io non lavoro sono solo uno studente e tra parentesi faccio informatica quindi rappresento la categoria umana più sfigata dopo i vegani ma rimane il fatto che sono squattrinato però vorrei iscrivermi lo stesso perché mi piacerebbe trombare qualche volta pensa che stamattina mi sono svegliato e avevo in testa i Power Francers che non so se hai presente ma sono quelli che cantano Voglio solo limonare limonare limonare e pertanto temo sia arrivato il momento di avere accanto qualcuno a cui fare le coccole. Vendete tamagotchi?

Disclaimer
è tutto molto ironico,
non prendetemi sul serio,
mai, mai, mai, quasi mai.