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11 APRILE 2018
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Cose che penso

Poiché ieri si celebrava la Festa del papà, mi sembra doveroso parlare di una questione della massima importanza che per essere affrontata necessita di grande tatto e delicatezza. I DILF. Che teoricamente significa Daddy I Like to Fuck, ma che sarebbe meglio definire Daddy I WOULD Like to Fuck, perché poi questi Daddy se li fuckkano in pochissimi fortunati. Per questo Victoria Beckham, nella cinquina delle Spice, viene sempre ricordata come “quella che ha capito tutto”: perché pur non sapendo cantare ha sposato David. Che è gnocco. E ricco. (Sì, okay, magari di mezzo c’erano anche dei sentimenti, e magari pure lei qualche vero pregio lo avrà, ma guardiamo alla sostanza: perché lei sì e io no?!)

I DILF sono creature da ammirare, perché non è semplice essere attraenti dopo aver avuto un figlio (questo vale ancora di più per le MILF, che infatti è l’unica sezione del porno etero che rispetto e stimo). Ma i DILF sono più di una semplice categoria umana. I DILF sono il simbolo di qualcosa di grande, la metafora della resistenza, una magica combinazione tra tenacia e successo, l’anello di congiunzione tra Pappalardo e Luca Argentero, e questo per almeno tre motivi:

1) hanno un’età, una certa età, e comunque rimangono desiderabili. Non è semplice. Ci vuole sicuramente una predisposizione fisica, e soprattutto un’attitudine mentale. La vecchiaia è soprattutto interiore, anche se fare palestra aiuta molto;

2) hanno un figlio, e comunque rimangono desiderabili. Anzi, l’idea di partecipare al bunga bunga con una persona che ha un marmocchio da crescere è ancora più elettrizzante, è quel punto in cui la tenerezza della paternità sconfina nell’essere sexy, è il concetto per il quale se lui è stato capace di fecondare un ovulo è in qualche modo più degno di avere la nostra virtù;

3) hanno una moglie, il più delle volte, e comunque rimangono desiderabili. E la moglie, indipendentemente dal suo talento, intelligenza, simpatia, bellezza o che altro: Dio, quanto la odiamo.

Nella foto, potete vedere il frigorifero del mio amico Flavio. Non un semplice elettrodomestico: l’altarino a David Beckham, il tributo al Dio dei DILF, l’asintoto delle nostre possibilità una volta superati gli anta.

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