25 MAGGIO 2015
Cose che mi succedono
Il futuro mi mette a disagio.

Deve essere per questa persistente ossessione degli umani per la sicurezza che è stato inventato il posto fisso. Peccato che poi ci si è accorti che il mondo poteva andare avanti coi posti fissi solo per un periodo di tempo limitato, che adesso è esaurito, e noi giovani – creature carine e innocenti che affogano i loro dispiaceri in mutande a gambe incrociate sul divano abbracciando il barattolo maxi di una sottomarca superscontata della Nutella, tanto per fare un esempio che non ha nulla a che vedere con me – ci siamo rimasti fregati.

Dovete sapere che da pochissimi giorni ho terminato il mio percorso di studi. Non è un gran momento per farlo, per un aspirante scrittore-narratore-comunicatore. Ci si dà un gran daffare, si manda il curriculum pure a Grom (“magari mi fanno fare la grafica dei gusti estivi tipo albicocca della Papuasia”) e si chiede il collegamento su Linkedin a tutti i cognonimi di chi ha un ruolo importante nel nostro ambito lavorativo. A questo proposito, vorrei scusarmi con tutti i Germanotta d’Italia per l’insistenza ma se per caso avete il numero di Lady Gaga, metti che è vostra cugina tipo, ecco, ho sempre desiderato fare la popstar. La ricerca del lavoro è ossessiva, basta considerare che ne parlo anche qui in modo che se qualcuno di voi avesse qualcosa da propormi che non comporti l’uso dei genitali, miei o di terzi, potrebbe liberamente scrivermi e sarò felice di rispondervi.

Poiché il giorno dopo il mio diploma a Torino c’era il Salone del Libro, ho pensato di andare. E uno dei primi meeting a cui ho assistito è stato l’imperdibile incontro-scontro tra Antonella Clerici versus Benedetta Parodi. Dato che la mia famiglia è più devota alla Parodi che alla Madonna non potevo perdermelo – scherzo mamma, non voglio certo essere blasfemo, ma è forse stata la Vergine Maria a insegnarti ad amalgamare il condimento della pasta con l’acqua di cottura? Riflettici.

Quando è entrata in sala, ho capito che da grande voglio essere Benedetta Parodi. Quella che nutro per lei non è solo un’ammirazione frivola e di contorno, ma una vera e propria ambizione esistenziale. Ho cominciato a prendere appunti, suscitando inutili e irritanti risatine tra gli altri auditori che comunque non saranno mai nessuno nella vita.

E ho stilato una piccola lista di motivi per i quali ho capito che Benedetta Parodi è uguale a me e che io sono destinato a diventare come lei, che adesso vi propongo.

MOTIVI PER CUI BENEDETTA PARODI È UGUALE A ME 
E PER CUI IO SONO DESTINATO A DIVENTARE COME LEI
  1. C’è dell’ingegno anche nel microonde
    Lo penso anch’io: smettiamola di sminuire chi utilizza il microonde. Si possono ottenere risultati grandiosi anche con gli strumenti più idioti.
  2. Quando torno a casa devo assolutamente farmi una birretta fresca

    Non molti sanno che amo la birra: di solito è un dettaglio che rivelo soltanto alle mie amiche lesbiche, che così mi acclamano e mi fanno sentire accolto. Quando sono arrivato a Torino ne ho comprate diverse bottiglie al supermercato, per poi scoprire che quella della Lidl sa di piedi.

  3. Sono pochi quelli che si accorgono che un prodotto è surgelato
    Quando l’ha detto mi sono alzato in piedi gridando BRAVAAAAA con gli occhi infuocati di passione. Finalmente una che dice la verità: i surgelati vanno benissimo e sticazzissimi di voi e della vostra roba fresca. Noi Beyoncé della cucina non abbiamo tempo.

LA PARABOLA DELLA TORTA SACHER

A questo punto della conferenza il mio amore per la Parodi era oltre ogni misura. Non potevo sapere che sarebbe cresciuto ancora dopo aver ascoltato questo aneddoto. Una Benedetta timida e appena quindicenne, un bel giorno decise di partecipare a un concorso culinario. La prova prevedeva la preparazione di una sachertorte. Benedetta aveva studiato, ma dimenticò di inserire un ingrediente fondamentale: il lievito. Al momento dell’assaggio, la giuria non riuscì nemmeno a tagliare una fetta di dolce.

Da questo simpatico e avvincente aneddoto potremmo evincere una quantità pressoché infinita di considerazioni esistenziali, ma io ve ne esporrò solo due, che mi sembrano le più importanti.

Uno: bisogna sempre far lievitare la roba che si cucina. Senza leggerezza, le cose sono immangiabili.

E due: da piccoli si può anche fare qualche errore, ci si può sentire fuori posto, sfigati, inetti, insicuri, falliti. Ma questo non significa che non diventeremo mai Benedetta Parodi.

Roba affine

6 commenti
  1. Rabb-it
    Rabb-it dice:

    La tua mamma come ha reagito a questo post? ^_^Coniglio curioso… prossimamente arrosto.Oh, la cosa della birra. Ma come mai io lo sapevo pur non essendo una tua amica lesbica?Ah, già il sottobicchiere!

    Rispondi
  2. Tiz
    Tiz dice:

    Certo che c'è dell'ingegno nel microonde! Non dimentichiamo che nasconde un sincrotrone!Capirai che a questa considerazione non potevo proprio sottrarmi u_uDopodiché, Ale… Tu hai la stoffa per diventare, udite udite, molto PIU' della Parodi!

    Rispondi
  3. CervelloBacato
    CervelloBacato dice:

    Ahahah Ale sei sempre il solito, io non so come ti vengono ste riflessioni 🙂 Ti auguro di Benedettaparodizzarti un giorno allora. E per la prossima volta che ci si vede, ora che lo so, birra!!!

    Rispondi

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.