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30 GIUGNO 2015
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Cose che mi succedono

Mi presento: ho ventisei anni e ho un grave problema con le uova.

Se n’è accorto perfino il mio nuovo coinquilino. Abita sotto il mio stesso tetto da pochi mesi, ma ogni volta che devo prepararmi un uovo sodo sa che sbaglierò in qualcosa. All’inizio, quando ero un cuoco di uova sode ancora giovane e inesperto, fallivo sulla durata. Poi mi sono informato su Yahoo Answer che sentenzia otto minuti come ideale tempistica. Forse le uova delle galline della Lidl sono di una pericolosa sottomarca speciale, ma se io ne tengo uno a bollire per soli otto minuti, quando lo apro mi esplode in mano come se avessi appena liquefatto un criceto.
Una volta capito quanto tenere l’uovo nel pentolino, ho cominciato a sbagliare qualcos’altro: l’inserimento. Bisogna stare molto attenti nel tuffare l’uovo nella pentola, e questo vale anche come pillola di educazione sessuale. Tornando all’arte culinaria, se non fate attenzione l’uovo colpirà il fondo del recipiente in maniera troppo violenta, e poi voi potrete passare gli otto minuti seguenti a sperare che quel rivolino bianco che serpeggia nell’acqua non esca troppo copiosamente.
Camilo, il mio coinquilino colombiano, si diverte molto ogni volta che ceno. E ceno ogni sera, pensate, dovrei fargli pagare il biglietto. Anche Gaia si divertiva molto, quando cenavamo insieme. Gaia è un’altra mia coinquilina che adesso è andata a girare le Americhe col ragazzo cercando di sopravvivere solo con l’autostop e col couchsurfing. In pratica, è come Pechino Express senza le telecamere.
Gaia è stata la prima a capire il mio complicato rapporto con le uova. Nello specifico, aveva osservato che mi era particolarmente difficile terminare la confezione prima della data di scadenza, e questo lo aveva arguito dal fatto che passavo gli ultimi giorni a cucinare uova, fare frittate, usarle al posto dello shampoo (“tonifica il cuoio capelluto!”) e, a mali estremi, sporgermi dalla finestra per lanciarle addosso ai passanti che ritenevamo evidentemente borghesi.
Sono arrivato a pensare che il mio problema con le uova sia di tipo psicologico, e non lo dico soltanto per giustificarmi dalla tutto sommato ragionevole accusa di essere un imbranato. Il fatto è che le uova sono la concretizzazione cucinabile di ciò che non mi piace della vita.
Il personal trainer del mio amico Flavio ha un motto: “se una cosa fa male, fa bene!”, e a quanto pare glielo grida mentre il mio amico è accasciato esanime sulla panca tramortito dopo un’ora di esercizio.
Lo stesso vale per le uova: lo sapete che la parte gialla è quella che fa male? Cioè, potremmo mangiare continuamente uova, se mangiassimo solo il bianco. Due o tre uova al giorno, cinquanta uova alla settimana, passeremmo praticamente l’esistenza a ingurgitare uova se non ci fosse la parte gialla. Il problema è che la parte gialla è quella buona.
Mangiatelo te il bianco delle uova per tutta l’esistenza.
C’è un aneddoto che mi piacerebbe raccontarvi, tanto per fingere che questo blog sia un abile esperimento di storytelling. Si chiama l’uovo di Colombo, e riguarda il detto popolare che tirate fuori quando c’è una soluzione semplicissima alla portata di tutti ma che nessuno vede. Va anche detto che da piccolo pensavo che l’uovo fosse di un colombo, e non di Cristoforo Colombo.
In poche parole, quando Colombo tornò dall’America venne invitato a una cena. Qui, alcuni gentiluomini rosiconi che probabilmente sarebbero stati molto popolari su Twitter se fosse esistito nel 1492, gli dissero che chiunque sarebbe riuscito a raggiungere il Nuovo Mondo con i mezzi che disponeva lui. Colombo, invece di rispondere Ma che cazzo vuoi come avrei per esempio fatto io, tirò fuori un uovo, e sfidò i commensali a farlo stare dritto sul tavolo.
I gentiluomini rosiconi, ovvero la versione rinascimentale di Selvaggia Lucarelli, prima si guardarono tra loro pensando qualcosa come Vabbè si è drogato, eh, sai con tutti quei papaveri laggiù, poi provarono effettivamente a far stare dritto l’uovo sul tavolo. Doveva essere uno spettacolo pittoresco da osservare, un po’ come vedere uno di quei palestrati di Instagram davanti a un sudoku.
Insomma, nessuno di quei gentiluomini rosiconi seppe trovare un modo di risolvere l’impresa. Colombo li guardò come quando si guarda uno di quei tuttologi che stanno su facebook, alzò il sopracciglio, meditò di intraprendere una carriera da drag queen, poi picchiò l’uovo contro lo spigolo del tavolo, ammaccandolo sulla parte inferiore che era così divenuta piana.
Lo poggiò sul tavolo. “Statece“, disse soltanto.
Più che per la scoperta dell’America, io stimo Colombo per questa sua idea. Ha zittito gli antenati delle webstar in maniera intelligente, quando io con molta probabilità sarei stato capace di schiacciare l’uovo sul tavolo. E romperlo.

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7 commenti
  1. Mareva
    Mareva dice:
    Giugno 30, 2015 in 7:50 pm

    Ti amo.Punto.

    Rispondi
  2. S.
    S. dice:
    Luglio 1, 2015 in 10:10 am

    Spettacolare questo post. Le mie uova preferite sono quelle "all'occhio di bue" (che poi non so se si chiamino effettivamente così) con una bella fetta di pane appena tostato, da pucciare nel rosso. Ma considerando che riesco sempre a farle bruciare ho cambiato idea, le mie uova preferite sono diventate strapazzate. Facili e veloci, perfette soprattutto quando hai tanta fretta e tanta fame, Cioè sempre!

    Rispondi
  3. poison
    poison dice:
    Luglio 1, 2015 in 11:46 am

    Ti svelo un segreto: le uova si possono mangiare anche OLTRE la data di scadenza. Nella versione soda, in altri modi non rischierei nemmeno io, che, per dire, oggi per pranzo ho uno yogurt scaduto il 2 giugno. Oppure puoi provare ad acquistare le confezioni da due, ad esempio… :)Mentre l'inserimento dell'uovo nel pentolino può essere agevolato con l'uso di un cucchiaio su cui adagiare l'uovo… E poi volevo ringraziarti per avermi fatto scoprire il blog di Fabio & Gaia! 🙂

    Rispondi
  4. Ale [Tredici]
    Ale [Tredici] dice:
    Luglio 1, 2015 in 2:05 pm

    @Mareva<3@S.Buone quelle! Io le faccio anche con la salsa di pomodoro. Però mi sa che in quel caso hanno un altro nome ancora…@poisonCavolo, mi hai insegnato un sacco di cose in quattro righe! Grazie mille… Quella del cucchiaio, poi, è, come dire… l'uovo di Colombo! (applausi, risate registrate)

    Rispondi
  5. Laura Tonus
    Laura Tonus dice:
    Luglio 1, 2015 in 4:50 pm

    ahahaha! che ridere questo post! comunque per evitare che le uova si rompano quando le metti nel pensolino. Metti prima le uova nel pentolino e poi riempi di acqua il pentolino per metterlo sul fuoco in questo modo non dovrai tuffarle!

    Rispondi
  6. Ale [Tredici]
    Ale [Tredici] dice:
    Luglio 3, 2015 in 2:41 pm

    @Laura TonusSì infatti le ultime volte avevo risolto in questa maniera! Anche la tecnica del cucchiaio suggerita da poison, però, è molto carina!

    Rispondi
  7. Federico Al Microonde
    Federico Al Microonde dice:
    Luglio 12, 2015 in 9:22 pm

    Ma 8 minuti con acqua fredda o mentre bolle? 😀

    Rispondi

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