L’Era Georgiana

In realtà questo è un post di prova. Ho cambiato le impostazioni al blog in modo tale che il carattere con cui scrivo sia sempre il Georgia e non il Verdana 
[ l’ho fatto con tutti gli altri blog che ho,
trovo che sia un font molto elegante,
mi sembrava irrispettoso non applicarlo
proprio al mio blog principale! ]
e questo sarebbe un post di prova per vedere se funziona. Speriamo in bene.

Cioccolata e tante parentesi

Zucchero sintattico (Syntactic sugar) è un termine coniato dall’informatico inglese Peter J. Landin per definire costrutti sintattici di un linguaggio di programmazione che non hanno effetto sulla funzionalità del linguaggio, ma ne rendono più facile (“dolce”) l’uso per gli esseri umani. I programmatori hanno così un modo alternativo di scrivere il codice che spesso è più pratico e produttivo, e genera programmi più facili da leggere e mantenere. Per contro il syntactic sugar non ha effetto sull’espressività del formalismo del linguaggio, né implementa nuove funzionalità.

1) Perché rievoca qualcosa che riguarda la mia attività di (scarso) informatico
2) Perché mi fa pensare alle cose dolci e buone!
3) Perché è un po’ come sono i miei pensieri: inutili, ma zuccherosi
4) Perché è un accostamento di parole che – esteticamente – ha il suo fascino.

Novità!

Novità? Novità!
E dove?

Beh, se siete suonati come me probabilmente non avete notato né il nuovo titolo né il nuovo indirizzo del blog. Ora, invece, guardateli meglio. Vedete? Sono cambiati! Ta-daaaan! Lassù in cima c’è comparso il mio nome, mentre al posto del titolone ce n’è un altro!
Dato che non ho cambiato né grafica né altro, vi starete chiedendo come mai io adesso ve lo stia dicendo. Okay, forse non ve lo state chiedendo, e ancora più probabilmente non ve ne frega un’emerita sembola. Ma già che siete qui leggetemi!

Il fatto è che poiché mi sono spostato su un altro blog (ebbene sì, anche se vedete tutto uguale, questo è pur sempre un altro blog) dovete aggiornare tutti i vostri collegamenti con me. Per esempio, se siete blogger e mi avevate aggiunto nella vostra blogroll, dovreste aggiornarla col mio nuovo indirizzo. E se siete miei lettori accaniti (…) ma non abbastanza accaniti da ricordarvi l’indirizzo a memoria, dovreste aggiornare il vostro link nei preferiti.

Se non lo fate e continuate a collegarvi al vecchio blog, verrete automaticamente reindirizzati a questo, ma purtroppo sarete perseguitati per l’eternità da un demone malvagio che vorrà strapparvi i capelli per farne uno scopettino da bagno. Quindi vi consiglierei di farlo.

Altre cosette da dire:

1) per sapere cosa sia lo zucchero sintattico – se già non lo sapete – potete andare su Wikipedia, oppure attendere con ansia uno dei miei prossimi interventi a proposito. 

2) grazie a Giuli per il supporto morale e telefonico, e per avermi dissuaso dall’acquistare un dominio per il quale avrei speso sette euro annuali

3) grazie a Lore che – oltre a confermarsi il mio guru – mi ha illuminato sull’esistenza della funzione di reindirizzamento. Sì, okay, sono un informatico che non conosceva il redirect. Ma a questo servono i guru, no?!
Bene, dovrei aver detto tutto!
Stay tuned, zuccherini!


P.S. Se mi riesce, metterò un sondaggio qui nella barra laterale, per sapere se vi piace il nuovo titolo. Votate!

Tragicamente me

Dunque, mi chiamo Alessandro. Il cognome non ve lo do perché altrimenti tentate di aggiungermi a Facebook (e io sto cercando di smettere), ma vi do qualche altra informazione tecnica, se volete.

Ho 19 anni, ma arrotondiamo a 20: ci siamo vicini ormai, e poi fa cifra tonda. Frequento il primo anno di informatica all’Università, nonostante non sia ancora in grado di fare niente di quello che un informatico farebbe: non capisco niente di accatiemmeelle (che è? è commestibile?) e se mi dite che avete un virus io vi passo un pacchetto di fazzoletti.
Non ho un cane e nemmeno un gatto, ma in compenso ho una sorella, che più o meno è la stessa cosa se si esclude il fatto che lei parla e deve essere portata in giro quando ha bisogno. Sono magro spietato, come dice mia nonna. Talmente magro che per me è stato coniato il termine “alessico”, però secondo me esagerano. Sono dipendente da cioccolata, succhi alla pera, pasta e telefilm, soprattutto quelli stupidi americani con le risatine sotto, tipo Friends e Will&Grace.
Sono un gran sognatore, ma dopo 19 anni di vita non sono più così sicuro che sia una cosa positiva: sognare apre la mente, ma al contempo la fa volare via, lontana, e quando ritorna a basse quote può non essere in grado di affrontare la differenza di pressione (scusate il gergo metereologico, quando parto con le metafore scazzo un po’).
La precisione quasi maniacale che ho nell’organizzazione delle cose materiali non si rispecchia affatto nel modo di ragionare, che invece potrebbe essere paragonato al moto di una trottola. Ho un’ossessione patologica per le parentesi: ne metto tante (troppe (ecco, vedete?, addirittura una parentesi nella parentesi!)) perché i commenti al loro interno sono brevi ma intensi.

Difetti: ne sono un concentrato vivente. Mettetemi in una provetta, aggiungete due gocce di fenolftaleina, e otterrete una soluzione eterogenea di difetti, ossa, naso e (pochissima) ciccia. Vediamo, sono: lunatico, irrazionale, un “pochino” permaloso, problematico, tendenzialmente egocentrico, imbranato, codardo, oralmente incapace, intuitivamente antipatico e, soprattutto, mentalmente complicato.

Mi piace crogiolarmi nel letto, dormire e sognare. Mi piacciono i vestiti larghi e gli avverbi. Mi piacciono i pesci rossi, i cani (se non sono eccessivamente esuberanti e se non sono Cujo di Stephen King) e anche i gatti teneroni. Mi piace leggere, ma mi piace soprattutto scrivere. Mi piace la pasta alla carbonara/al salmone e panna/all’amatriciana/al pomodoro/al pesto/in bianco/al prosciutto cotto/eccetera eccetera. Mi piace mangiare il cioccolato, la carne, le mele cotte, le torte, le patate, le lasagne, la pizza (ai wurstel), i mandarini, il prosciutto, le carote (tanto per metterci qualcosa di vegetale…). Mi piace il mare, la sabbia e il sole. Mi piace viaggiare e osservare le piazze di giorno, e scarabocchiare. Mi piace il cielo di notte, e quando non piove.
Mi piacciono i gialli, le fiabe, i thriller, i romanzi. Mi piace ascoltare la musica, e il genere varia a seconda di come sto. Mi piace uscire con gli amici, scherzare con gli amici, parlare con gli amici. Mi piace non pensare. Mi piacciono i cartoni animati, i film coi supereroi, i thriller, i musical, le commedie (non demenziali), i film in cui c’è poco su cui riflettere ma tanto da divertirsi.
Mi piace la Disney in generale, e basterebbe mettere in naso in camera mia per accorgersene. Mi piacciono Topolino, Paperino, Zio Paperone, Pluto, Cip e Ciop, Paperinik e soprattutto Pippo, che è uno stile di vita ed un esempio da imitare. Mi piacciono i telefilm brillanti e non scontati.
Mi piacciono i jeans. Mi piace la punteggiatura corretta, i pennarelli grossi, i fogli a quadretti di mezzo centimetro, le trame semplici, internet, le Charlie’s Angels, le lingue straniere, i miei cuginetti, la formattazione. E probabilmente mi piacciono un sacco di altre cose che adesso non mi vengono in mente.

Non mi piace essere costretto. Non mi piace credere nel destino, pensare troppo, vivere coi piedi per terra (non mi riesce nemmeno, se è per quello). Non mi piacciono gli asparagi e non mi piace andare a tagliarmi i capelli. Non mi piacciono le americanate demenziali, le canzoni che fanno unz unz, le maglie con i pippolini che si attaccano alla camicia.
Non mi piace chi razionalizza sempre e comunque, chi non saluta, chi pensa per schemi. Non mi piace l’ipocrisia e la maleducazione fine a sé stessa. Non mi piace generalizzare e qualunquizzare (passatemi il termine), per il semplice motivo che è possibile evitare di farlo: basta specificare chi o cosa, ed è la cosa più facile del mondo.
Non mi piace Gigi D’Alessio, Paola Perego, il professor Meluzzi (che sarebbe quel deficiente che parla sempre all’Italia sul Due, facendosi passare per psicologo). Non mi piace per niente chi si lamenta ogni secondo, chi giudica dalle apparenze e chi critica senza competenza. Non mi piace l’italiano medio, la politica italiana, la corruzione italiana, la facilità italiana.
Non mi piace quando dico “Nel senso, voglio dire, cioè, ecco, sì sì no, no no sì, …” ma oramai sono intercalari radicati nei meandri della mia gola, ed escono quando vogliono. Non mi piacciono quelli tutti uguali, omologati a variabili standard. E probabilmente non mi piacciono nemmeno un sacco di altre cose che adesso non mi vengono in mente.

Ale

P.S. Il motivo per cui ho scritto questo post patetico è che voglio un intervento per dare un senso alla barra dei menù lassù in cima. Perciò, mi prendo la libertà di aggiornare questo scritto modificandolo a mia discrezione.

Nuovo template!

Vi piace questo jeans style?
Mi ci devo ancora abituare, ma a primo impatto mi sembra migliore del precedente template.
L’unica cosa è che ho dovuto riscrivere la lista dei blog. Quelli che mi ricordavo li ho reinseriti, ma se ne ho dimenticato qualcuno avvertitemi che ce lo rimetto!

Edit: Valeh, guarda un po’! Sono riuscito ad ingrandire il carattere!

Via giù, cominciamo!

E’ sempre un’emozione scrivere il primo post. Non dovrebbe esserlo più, dato che questo è il quarto o quinto blog che comincio (si accettano scommesse su quanto durerà questo), eppure sono tutto agitato al pensiero di mettere la prima firma sotto tutte queste paroline sceme.
Per sciogliere un po’ questo imbarazzo iniziale cerco di trovare un argomento convenevole ma sempre di moda. Del tipo: certo che è venuto un freddo eh, si sente già l’inverno…
Ecco, direi che con questa perla abbiamo rotto il ghiaccio. Ora parliamo di cose serie. Come mai un nuovo blog? Domanda che suscita sempre un grande effetto ma la cui risposta noiosa non frega a nessuno. Io comunque lo racconto almeno pigio un po’ di tastini, e il rumore delle mie dita che ci battono sopra è rilassante. Dunque, dovete sapere che io ho tuttora un altro blog, il mio diario dei ricordi, si chiama Bloggando ed è uno degli spaces di msn. Ecco, non capisco come abbia fatto, ma mio padre è riuscito a trovare l’indirizzo, e ho scoperto da poco che lo ha inserito nei preferiti. E lo segue regolarmente! Che cosa assurda: mi vergogno di più a far leggere il mio blog a mio papà che al resto del mondo (qui se fossimo su messenger metterei la faccina sconvolta con la bocca fatta come la lettera S).
Per cui, resto del mondo, mi raccomando: seguimi, leggimi, commentami. Ma non dirlo a mio padre!