Tragicamente me

Dunque, mi chiamo Alessandro. Il cognome non ve lo do perché altrimenti tentate di aggiungermi a Facebook (e io sto cercando di smettere), ma vi do qualche altra informazione tecnica, se volete.

Ho 19 anni, ma arrotondiamo a 20: ci siamo vicini ormai, e poi fa cifra tonda. Frequento il primo anno di informatica all’Università, nonostante non sia ancora in grado di fare niente di quello che un informatico farebbe: non capisco niente di accatiemmeelle (che è? è commestibile?) e se mi dite che avete un virus io vi passo un pacchetto di fazzoletti.
Non ho un cane e nemmeno un gatto, ma in compenso ho una sorella, che più o meno è la stessa cosa se si esclude il fatto che lei parla e deve essere portata in giro quando ha bisogno. Sono magro spietato, come dice mia nonna. Talmente magro che per me è stato coniato il termine “alessico”, però secondo me esagerano. Sono dipendente da cioccolata, succhi alla pera, pasta e telefilm, soprattutto quelli stupidi americani con le risatine sotto, tipo Friends e Will&Grace.
Sono un gran sognatore, ma dopo 19 anni di vita non sono più così sicuro che sia una cosa positiva: sognare apre la mente, ma al contempo la fa volare via, lontana, e quando ritorna a basse quote può non essere in grado di affrontare la differenza di pressione (scusate il gergo metereologico, quando parto con le metafore scazzo un po’).
La precisione quasi maniacale che ho nell’organizzazione delle cose materiali non si rispecchia affatto nel modo di ragionare, che invece potrebbe essere paragonato al moto di una trottola. Ho un’ossessione patologica per le parentesi: ne metto tante (troppe (ecco, vedete?, addirittura una parentesi nella parentesi!)) perché i commenti al loro interno sono brevi ma intensi.

Difetti: ne sono un concentrato vivente. Mettetemi in una provetta, aggiungete due gocce di fenolftaleina, e otterrete una soluzione eterogenea di difetti, ossa, naso e (pochissima) ciccia. Vediamo, sono: lunatico, irrazionale, un “pochino” permaloso, problematico, tendenzialmente egocentrico, imbranato, codardo, oralmente incapace, intuitivamente antipatico e, soprattutto, mentalmente complicato.

Mi piace crogiolarmi nel letto, dormire e sognare. Mi piacciono i vestiti larghi e gli avverbi. Mi piacciono i pesci rossi, i cani (se non sono eccessivamente esuberanti e se non sono Cujo di Stephen King) e anche i gatti teneroni. Mi piace leggere, ma mi piace soprattutto scrivere. Mi piace la pasta alla carbonara/al salmone e panna/all’amatriciana/al pomodoro/al pesto/in bianco/al prosciutto cotto/eccetera eccetera. Mi piace mangiare il cioccolato, la carne, le mele cotte, le torte, le patate, le lasagne, la pizza (ai wurstel), i mandarini, il prosciutto, le carote (tanto per metterci qualcosa di vegetale…). Mi piace il mare, la sabbia e il sole. Mi piace viaggiare e osservare le piazze di giorno, e scarabocchiare. Mi piace il cielo di notte, e quando non piove.
Mi piacciono i gialli, le fiabe, i thriller, i romanzi. Mi piace ascoltare la musica, e il genere varia a seconda di come sto. Mi piace uscire con gli amici, scherzare con gli amici, parlare con gli amici. Mi piace non pensare. Mi piacciono i cartoni animati, i film coi supereroi, i thriller, i musical, le commedie (non demenziali), i film in cui c’è poco su cui riflettere ma tanto da divertirsi.
Mi piace la Disney in generale, e basterebbe mettere in naso in camera mia per accorgersene. Mi piacciono Topolino, Paperino, Zio Paperone, Pluto, Cip e Ciop, Paperinik e soprattutto Pippo, che è uno stile di vita ed un esempio da imitare. Mi piacciono i telefilm brillanti e non scontati.
Mi piacciono i jeans. Mi piace la punteggiatura corretta, i pennarelli grossi, i fogli a quadretti di mezzo centimetro, le trame semplici, internet, le Charlie’s Angels, le lingue straniere, i miei cuginetti, la formattazione. E probabilmente mi piacciono un sacco di altre cose che adesso non mi vengono in mente.

Non mi piace essere costretto. Non mi piace credere nel destino, pensare troppo, vivere coi piedi per terra (non mi riesce nemmeno, se è per quello). Non mi piacciono gli asparagi e non mi piace andare a tagliarmi i capelli. Non mi piacciono le americanate demenziali, le canzoni che fanno unz unz, le maglie con i pippolini che si attaccano alla camicia.
Non mi piace chi razionalizza sempre e comunque, chi non saluta, chi pensa per schemi. Non mi piace l’ipocrisia e la maleducazione fine a sé stessa. Non mi piace generalizzare e qualunquizzare (passatemi il termine), per il semplice motivo che è possibile evitare di farlo: basta specificare chi o cosa, ed è la cosa più facile del mondo.
Non mi piace Gigi D’Alessio, Paola Perego, il professor Meluzzi (che sarebbe quel deficiente che parla sempre all’Italia sul Due, facendosi passare per psicologo). Non mi piace per niente chi si lamenta ogni secondo, chi giudica dalle apparenze e chi critica senza competenza. Non mi piace l’italiano medio, la politica italiana, la corruzione italiana, la facilità italiana.
Non mi piace quando dico “Nel senso, voglio dire, cioè, ecco, sì sì no, no no sì, …” ma oramai sono intercalari radicati nei meandri della mia gola, ed escono quando vogliono. Non mi piacciono quelli tutti uguali, omologati a variabili standard. E probabilmente non mi piacciono nemmeno un sacco di altre cose che adesso non mi vengono in mente.

Ale

P.S. Il motivo per cui ho scritto questo post patetico è che voglio un intervento per dare un senso alla barra dei menù lassù in cima. Perciò, mi prendo la libertà di aggiornare questo scritto modificandolo a mia discrezione.

3 commenti
  1. Anonymous
    Anonymous dice:

    mio caro ale, sei uno dei pochi amici delle medie che mi è rimasto…forse l'unico…l'unico consiglio che ti dò è quello di continuare ad essere come sei…sei una buona persona che come tutti si fa le 'seghe mentali' e non smetterà mai di farsele come fatto tutti ormai sulla terra…ti auguro solo un in bocca al lupo per il tuo orale che penso ora sia la cosa più giusta…ciao ometto^^la tua amica eli…

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