Scartavetrare, o Un’altra metafora didascalica

Io e i miei coinquilini abbiamo imbiancato le pareti della cucina. In realtà gran parte del lavoro l’hanno fatto loro, perché io in quel periodo avevo preso l’influenza e la mia principale occupazione era vagabondare per casa con aria cencea in cerca di antibiotici – a proposito, mi è avanzato dell’Augmentin quindi se qualcuno lo usa come droga me lo dica che glielo vendo.
Adesso dobbiamo decidere che colore dare. Io non credo di intendermene molto, così lascio decidere loro. È buffo, perché posso assistere a conversazioni tipo:
– io la vorrei fare color crema
– uhm, io pensavo più a un panna…
– ecco! anch’io pensavo al panna, però gialla
Sarà stata l’eccessiva presenza di pennelli in casa, ma mi è venuta la voglia di dipingere le ante dell’armadio con la vernice lavagna. Fa sempre comodo una lavagna in camera: la puoi utilizzare per appuntarti informazioni utili, come COMPRARE OLIO oppure CONSEGNA PRIMA DI PASQUA o anche GODITI LA VITA. Fatto sta che, completamente posseduto dallo spirito di Barbara di Paint Your Life, mi sono messo all’opera.

Ora, ve la farò breve e nel modo più scientifico possibile. Gli armadi che si comprano nei mobilifici sono già verniciati. Questo significa che una seconda vernice difficilmente aggrapperà sulla prima (“aggrappare” è un termine tecnico che mi ha insegnato mio nonno). Ma poiché sono clamorosamente cretino, mi sono detto: Pfui, figurati se non aggrappa. E ho iniziato a spennellare con fare furbesco e impavido. Il risultato è stato che non appena ho provato a usare il gesso, questo si è portato via lo strato più superficiale di lavagna, proprio lì, in corrispondenza del solco.

È così che ho iniziato a scartavetrare. La carta abrasiva non è un oggetto semplice da gestire: non è ottimale se non premi in modo omogeneo sulla parte che passi. Pieghi il rettangolo che ti serve, quindi, e poi cominci a tracciare dei cerchi sulla superficie, e continui così finché non hai terminato di scartavetrare tutta l’anta. Non è un procedimento impossibile, ovviamente, ma bisogna farlo in modo accurato, bisogna faticare un pochino, o rischi che nemmeno la prossima volta la vernice aggrappi. È un po’ così con tutto, mi sa, o almeno questo era quello che pensavo mentre muovevo le dita in senso orario. A volte prima di costruire bisogna radere al suolo le rovine per ritrovare il vero terreno. Aggiungere soltanto non fa altro che inspessire lo strato della maschera.

16 commenti
  1. Laura S.
    Laura S. dice:

    Praticamente hai fatto metti la vernice toglicla verniceOk sei giovane ma karate kid lo conosci, vero?Comunque hai detto una cosa vera, anche in psicoterapia c'è la pars destruens e poi la pars costruens

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  2. Gabri
    Gabri dice:

    Ma quanta saggezza, in una mano di vernice! Lo so, non ci crederai neanche tu, ma questo post si è insinuato ad hoc nella mia giornata e mi ha fatto pensare 🙂

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  3. Vale
    Vale dice:

    per scartavetrare in maniera più uniforme usa un trucco del mio bisnonno falegname: – prendi un cubetto di legno (uno scarto di lavorazione) grosso più o meno quanto una spugneta dei piatti o anche più piccolo purché comodo.- vi fissi la carta vetro della "grana" giusta con delle puntine sui lati- scartavetri tutto ciò che ti capita a tiro! 😉

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  4. My perfect Me
    My perfect Me dice:

    Io potrei scriverci un trattato sulla questione "inspessimento della maschera" ma per fortuna la vita ci offre sempre un'altra opportunità per imparare e a forza di sgretolare strati di vernice superficiali e di gessetti, anche io ce l'ho fatta ad imparare a scartavetrare…

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  5. Anonimo
    Anonimo dice:

    Barbara di 'Paint your life' è uno dei miei miti personali (chi l'avrebbe mai detto, qualcosa di costruttivo in tv!).Fa tutto molto James Joyce … me gusta 🙂 !*D*

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