Solo

Ieri ho deciso di rispolverare le mie origini campagnole prendendo la bici. In realtà ho dovuto rispolverare anche la bici, e gonfiarle le ruote, e oliarle la catena, perché era dalla scorsa estate che non la toccavo, e lo si poteva arguire dal fatto che era grigia, e non blu come l’avevo comprata.
La mia bici si chiama Hercule. Non da Ercole – magari fossi così classico – bensì da Hercule Poirot, l’investigatore protagonista di quasi tutti i libri che leggevo diversi anni fa. C’avevo la fissa per Agatha Christie, scusate. E per Stephen King. Ora che ci penso, Hercule ha avuto fortuna a non essere stata battezzata come Misery.
( In quel periodo ero anche fissato con i Beatles, i Sum41 e Ligabue. Non ero esattamente sano, come adolescente. Un po’ confuso, ecco. )
Vicino a casa mia c’è il fiume. Sono andato lì. Appena lasciata la strada d’asfalto mi sono accorto che stavo entrando in un altro mondo. Non tanto perché il percorso fluviale è incontaminato, ci mancherebbe: di gente ce n’è anche lì. Non era l’assenza di tocco umano a rendere il parco diverso da tutto il resto: era come mi sentivo io. Il verde da una parte, l’acqua del fiume dall’altra; il cielo senza nuvole e con un gran sole; il vento sul viso mentre correvo in bici. E, soprattutto, solo. Completamente solo.
Ho trovato una panchina. Mi sono steso a leggere un libro che mi ha prestato un’amica. Baricco, che mi è stato consigliato da tanti e sputtanato da altri, e ho concluso che l’unica maniera per decidere se mi piace è provarlo. E non so se avete presente quei momenti in cui state leggendo e siete proprio nel mondo che il libro descrive, ma la mente non ce la fa a stare completamente concentrata e per un attimo – forse per un rumore improvviso, o un movimento scorto con la coda dell’occhio, o anche forse per niente in particolare – per un attimo la mente si distrae: ecco, in quel momento lì ho pensato che ero davvero solo.
E che avrei dovuto abituarmi.
Ma che, in fondo, non era poi così male.
Ha 38 anni, Bartleboom. Lui pensa che da qualche parte, nel mondo, incontrerà un giorno una donna che, da sempre, è la sua donna. Ogni tanto si rammarica che il destino si ostini a farlo attendere con tanta indelicata tenacia, ma col tempo ha imparato a considerare la cosa con grande serenità. Quasi ogni giorno, ormai da anni, prende la penna in mano e le scrive. Non ha nomi e non ha indirizzi da mettere sulle buste: ma ha una vita da raccontare. E a chi, se non a lei? Lui pensa che quando si incontreranno sarà bello posarle sul grembo una scatola di mogano piena di lettere e dirle
– Ti aspettavo.

Lei aprirà la scatola e lentamente, quando vorrà, leggerà le lettere una ad una e risalendo un chilometrico filo di inchiostro blu si prenderà gli anni – i giorni, gli istanti – che quell’uomo, prima ancora di conoscerla, già le aveva regalato. O forse, più semplicemente, capovolgerà la scatola e attonita davanti a quella buffa nevicata di lettere sorriderà dicendo a quell’uomo

– Tu sei matto.

E per sempre lo amerà.


Alessandro Baricco, Oceano mare
22 commenti
  1. Olimpia.
    Olimpia. dice:

    Ehi Ale..sai che prima di incontrare Davide, (e ancora adesso) avevo anch'io questa idea.Perchè non avevo nessuno abbastanza vicino per confidargli certe cose, e così per un po' scrivevo (sembravano richieste di soccorso) a quest'amore immaginario.La cosa bella, è che adesso quando ci penso, scrivo a Davide, perchè ho avuto culo, era proprio lui che stavo aspettando.

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  2. Amleto
    Amleto dice:

    Anche io sono andato in bici al Parco delle Groane! Premesso che la bici non era mia, infatti non la uso quasi mai, ho scoperto che la marce non vanno inserite con ordine, come in auto, ma in base al tipo di percorso.Ciao e buona lettura ^_^

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  3. Baol
    Baol dice:

    Pensavo l'avessi chiamatà Hercùle perché una volta, in un dosso, s'era staccato il sellino…lo so, sono scemo :DComunque "Oceano, mare" non è male.

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  4. Courtney
    Courtney dice:

    Da patita di gialli ho capito subito che ti stavi riferendo a Poirot e ti dirò di più: le hai dato un gran bel nome!Essere fissati coi Beatles è sempre cosa buona e giusta. Affiancarli ai Sum41 però mi ha fatto venire un pò i brividi

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  5. xanthippe
    xanthippe dice:

    Baricco mi è stato profondamente sul c*** per anni, dopo aver letto Seta. Poi, un mese fa, ho deciso di dargli un'altra possibilità, con Oceano mare. E l'ho adorato. Bello. Bello bello bello.(Quel posto mi ricorda la Restera.)

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  6. Tiz
    Tiz dice:

    Cavolo, hai centrato il punto. Io mi sento molto spesso come te, in luoghi e situazioni simili alle tue. E non ho ancora deciso se è una sensazione che mi piace oppure no

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  7. Clyo
    Clyo dice:

    A dire il vero questo passaggio del libro non me lo ricordo, ma Baricco mi piace molto proprio perché quando leggi "ci entri dentro"… è una bella sensazione.

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  8. Niko46
    Niko46 dice:

    Non è un bene abituarsi alla solitudine perché poi corri il rischio non star più bene con gli altri (quando ci si abitua a star soli si diventa asociali… fidati…); a quel punto è un gioco a rimessa…Personalmente Baricco non mi ha mai saputo di niente… sarà perché il suo non è un genere che mi interessa…

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  9. Who is?
    Who is? dice:

    Di Bariccho ho letto solo Oceano Mare e l'ho trovato un po' stagnoso come romanzo. Dei bei giochi d'effetto, alcune belle descrizioni, ma per il resto una trama che non decolla mai… per quel che mi ricordo.

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  10. pì
    dice:

    Oceano mare aspetta sul comodino, ma ho amato Novecento. Anche Mr Gwyn non è male, ma Novecento è meglio. Solidarietà per l'adolescente confuso che eri 🙂

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  11. MichiVolo
    MichiVolo dice:

    quel pezzo l'ho sottolineato 🙂 io continuo a leggerlo anche se a rilento, a tratti mi prende a tratti invece mi provoca sonnolenza :)se vuoi leggerti qualcos'altro di Baricco ti consiglio Seta

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