Lady Gaga . Milano . 5 12 2010

Mi chiama LADY GAGA and welcome to the Monster Ball
Erano le 21:02. Il gruppo di supporto (i Semi Precious Weapons, dei personaggi alquanto strani) aveva terminato di esibirsi già da un’ora e nel frattempo stavano dando un mix di Michael Jackson. Io me ne stavo sulla mia seggiolina, impaziente, rimuginando che tutto sommato era un bel posto: il palco si vedeva bene, quasi frontale.
La musica finisce, e le luci si spengono di colpo. Il pubblico comincia a urlare. Io mi porto le mani alla bocca, come un bimbo idiota. Sul sipario viene proiettata una Lady GaGa in versione gigante con il sottofondo di una musica elettronica. Finalmente, il conto alla rovescia.
La musica si trasforma in Dance In The Dark, e sul sipario viene proiettata la Sua ombra. Sei lì dietro, GaGa, lo sappiamo tutti. E infatti il sipario viene sollevato, e lei è lì, e il concerto comincia.
Parlare di concerto è davvero riduttivo. Per come la penso io, anche parlare di semplice “spettacolo” è riduttivo, ma probabilmente non esistono termini che esprimano un’intensità maggiore di spettacolo. È stato fantastico. Una delle più straordinarie esperienze della mia vita. Come da bambino, quando per la prima volta vedi i fuochi d’artificio, così Lady GaGa ci ha stupiti, canzone dopo canzone, esibizione dopo esibizione. 
Tonight I want you to forget all your insecurities; 
I want you to reject anyone or anything that ever made you feel like don’t belong, 
or make you feel like you’re good enough, […] 
YOU JUST REMEMBER THAT 
YOU’RE A GOD DAMNED SUPERSTAR, 
AND YOU’RE BORN THIS WAY!
Potrei scrivere del suo carisma travolgente ed esplosivo, della sua voce potentissima e della sua forza nel muoversi e nel ballare coreografie spettacolari; e potrei scrivere dei costumi, una quindicina; o delle scenografie enormi; di come il piano era nascosto dentro il cofano della macchina; di un secondo pianoforte che prende fuoco mentre lei lo sta suonando; della statua di un angelo che si incendia sulle note di Alejandro; di un mostro gigante (“the fame monster”); di come a un certo punto viene nascosta da una specie di lampadario che quando si rialza rivela una GaGa con un nuovo sfavillante vestito, da cui poi sbucheranno due grandi ali; delle sue numerose dediche ai gay e all’Italia; della sua trasgressione; …
Arrivederci… Ciao, Milano! […] 
Be proud to be PICCOLI MOSTRI! 
Follow your dreams and don’t give up. 
You’re born this way
And I’m proud, GaGa.
I’m a very, very, bad, bad Little Monster.

Act 1: City
– Dance In The Dark
– Glitter and Grease 
– Just Dance
– Beautiful Dirty Rich
– Vanity 
– The Fame
Act 2: Subway
– Lovegame
– Boys Boys Boys
– Money Honey
– Telephone
– You and I
– Speechless
– So Happy I Could Die
Act 3: Forest
– Monster
– Teeth
– Alejandro
– Poker Face (Acoustic)
– Poker Face
Act 4: Monster Ball
– Paparazzi
– Bad Romance
3 commenti
  1. Ale
    Ale dice:

    Esatto, è ingrassata moltissimo! Praticamente durante uno dei concerti in America (mi pare) svenne perché era talmente magra che il fisico non riusciva a sostenere lo stress. Così è dovuta ingrassare. Questo secondo le mie fonti… 🙂

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