A te, io auguro

Ciao.
Mi chiamo Alessandro, ma gli amici mi chiamano Ale. Credo che queste otto parole siano abbastanza per la parte che riguarda me. Adesso inizia la parte che riguarda voi. Sì, beh: sapete perfettamente che oggi è l’ultimo giorno del 2010, e dico che lo sapete perfettamente perché l’ansia di cosa fare stasera vi sarà presa come minimo due mesi fa, perché un sadico torturatore ha deciso che alla fine di ogni anno il divertimento è coercitivo.
Perché… pensateci bene. Non si festeggia nessuna nascita, nessuna morte. Nessuna resurrezione, reale o ipotetica. Non è la ricorrenza di niente: né la fine di una guerra, né la pace, né l’indipendenza di un popolo. Niente miracoli, tragedie, discorsi famosi. Nessun premio, nessun grande passo per l’uomo né tantomeno per l’umanità. 
È solo che la Terra ha compiuto un giro attorno al Sole. Un altro. Perlomeno il duemiladecimo (ma molti, molti di più in realtà). È passato un anno, concetto praticamente artificiale. Festeggiamo una ricorrenza messa lì appositamente per dover festeggiare qualcosa.
Eppure c’è qualcosa di filosofico in tutto questo. Anche chi come me ha dei pesanti momenti di cinismo estremo può vedere qualcosa di positivo nel Capodanno. Le stagioni che ricominciano, un ciclo che torna al punto di partenza. Lo scrittore che vuole cominciare un nuovo capitolo, lo fa nella pagina nuova, bianca, pulita. L’uomo e la donna che vogliono cambiare, lo fanno quando possono trovare una data significativa per azzerare tutto ciò che è passato, e ripartire. 01/01, primo Gennaio.
Per questo credo che sia giusto fare gli auguri oggi. Molto più oggi che a Natale, o Pasqua, o per il compleanno. Oggi, perché le persone hanno una spinta in più per cambiare, e io credo davvero che ci sia un immenso bisogno che le persone imparino a cambiare. Io mi chiamo Alessandro, ma gli amici mi chiamano Ale, ed oggi voglio farti gli auguri.
A te,
che non compri quel vestito perché non ti ci vedi, perché hai paura che gli altri non ti trovino credibile in una veste in cui non ti hanno mai visto, perché quei colori non li hai mai usati e tutti noterebbero il cambiamento, a te che tuttavia sogni di poterti mettere quel vestito, che sogni di essere all’altezza di quel vestito, che sogni di essere un’altra persona solo per avere la possibilità di indossare quel vestito (o quel paio di occhiali, o un altro taglio di capelli, o quelle scarpe più alte),
a te io auguro di trovare il coraggio di aprire quell’armadio e di sfilarci quell’abito che non hai mai messo per paura; di indossarlo e di starci bene. Perché nessuno ti potrà mai dire che non ti sta bene, se tu ci stai bene.
A te, 
che sei sempre stato con la solita gente con cui ti trovi male, che chiami amici persone che in realtà ti sfruttano, o ti prendono sempre per il culo, a te che sogni le amicizie che vedi nei film perché quelle che hai non sono nemmeno lontanamente così appaganti,
a te io auguro di trovare il coraggio di lasciar perdere tutti loro, di iniziare a frequentare nuovi posti, con persone più simili a te, con le persone che ti piacciono e a cui probabilmente tu piaci. Perché le amicizie dei film esistono anche fuori dalla pellicola, e sono anche più fantastiche di come sembrano.
A te,
ragazzo che ami i ragazzi, o ragazza che ami le ragazze, o ragazzo che si sente una ragazza, o ragazza che si sente un ragazzo, che ti sei sempre chiuso in te stesso per paura di far capire agli altri come sei, che ti nascondi per timore del giudizio degli altri, a te che ti senti sbagliato, a te che non ti accetti per questo, a te che preferiresti morire per non sentire tutta questa pressione,
a te io auguro di trovare la forza di esprimerti, di affrontare il mondo in cui ti sei ritrovato, di lasciar perdere chi non ti vuole per come sei. Perché non c’è nessuno migliore di te, e non c’è nessuno che ti possa dire come devi essere, né chi devi amare.
A te,
che hai amato ma il tuo sentimento non è stato ricambiato, che pensi ancora a quella persona, che non vuoi più avvicinarti a qualcuno per paura di provare di nuovo lo stesso lacerante dolore, a te che dici di stare bene ma in realtà, dentro, quella ferita sanguina ancora,
a te io auguro di capire che devi tornare ad amare te stesso, prima degli altri; di tornare a indossare quei vestiti, di guardare quei film, di uscire con quella gente; di capire che i ricordi sono solo ricordi, e che devi sfidare la tua memoria che ogni secondo ti fa pensare a quella persona. Devi capire e credere che le stagioni cambiano, e ci saranno tempi migliori; perché sì, questo te lo garantisco, e lo giuro su quel che ho di più caro: ci saranno tempi migliori.
A te,
che sogni di fare questa cosa, o di essere in questo modo, o di diventare così, ma che scuoti la testa facendo dissolvere queste speranze perché non credi che possano realizzarsi, perché magari pensi di essere già formato, che non si possa cambiare, che se si è iniziato un percorso ci si debba dedicare solo a quello,
a te io auguro di trovare il coraggio di cambiare, di imparare a rincorrere i tuoi sogni, di iscriverti a quel corso o di partecipare a quel concorso o di cominciare quello sport o quella attività. Perché chi studia matematica può essere anche un ottimo ballerino, chi lavora in un’officina può essere un bravissimo calciatore, e chi fa medicina può anche essere un poeta brillante.
A te,
che hai preso una cotta pazza per questo o quella, e che non vuoi dichiarare i tuoi sentimenti perché senti che non è alla tua portata, perché lui o lei è troppo per te, e che pensi spesso a lui o lei, ma senza dirglielo, a te che esplodi di gioia quando per sbaglio ti sorride, o ti chiede l’ora, o per caso si mette a sedere accanto a te in biblioteca,
a te io auguro di trovare il coraggio per esprimere quello che provi, di dirgli la verità, di dirgli che ti piace. Perché tutti amano essere apprezzati, ed è una cosa bellissima sentirsi dire che a qualcuno piaci, soprattutto se quel qualcuno sei tu.
A te,
che snobbi questi auguri minimizzandoli a un semplice esercizio di stile, che credi che tutto ciò che ho scritto sia solo retorica, perché in realtà tutto ciò sia impossibile da fare davvero; a te che credi che non si possa cambiare, che le persone abbiano una sola strada da percorrere, e che solo le più fortunate saranno felici,
a te io auguro di cambiare idea. Perché questo che ho scritto è possibile, perché questo che ho scritto è ciò che il 2010 mi ha insegnato, perché all’inizio del 2010 avrei avuto bisogno anch’io di qualcuno che mi augurasse queste cose. E ora che ho capito che si può cambiare e che si può essere felici, io queste cose le auguro a te.
Ale, 
un tuo amico

Meccanica delle Frasi Svitate, #1

Occhio non vede,
cuore non duole,
mano non tiene,
cranio non crede,
pene non viene,
bocca non vuole,
pancia non cede,
unghia non lede,
corpo non sviene.

( Mamma mia,
che schifo! )

( Non confondere
l’orrifico
con la spazzatura )

( Ribadisco
il mio schifo! )

FacesToFaces / 007 • Ila

Ila:
• ritiene che “rutto” sia una parola tremendamente volgare
• (tuttavia) usa il termine “cazzetto” al posto delle normali variabili informatiche
• viene talvolta chiamata dai professori con l’appellativo di “biondona”

FacesToFaces / 006 • Fede

Fede:
• il suo dermatologo ha un figlio molto dotato (a detta del dermatologo)
• l’esercito americano avrebbe pagato profumatamente il suo nazi-fasci-radar
• detiene una collezione di sciarpe pressoché infinita (con cui sfida gli studenti della biblioteca a “Chi ha la sciarpa più bella”)

Poison


Your cruel device
your blood, like ice
One look, could kill
My pain, your thrill…

I wanna love you but I better not touch 
I wanna hold you, but my senses tell me to stop
I wanna kiss you but I want it too much
I wanna taste you but your lips are venomous poison

You’re poison, running through my veins
Poison
I don’t wanna play these games

Your mouth, so hot
Your web, I’m caught
Your skin, so wet
Black lace, on sweat…

I hear you calling and it’s needles and pins
I wanna hurt you just to hear you screaming my name
Don’t wanna touch you but you’re under my skin
I wanna taste you but your lips are venomous poison

You’re poison, running through my veins
Poison
I don’t wanna break these chains
Poison…
One look, could kill
My pain, your thrill…

I wanna love you but I better not touch
I wanna hold you, but my senses tell me to stop
I wanna kiss you but I want it too much
I wanna taste you but your lips are venomous poison

You’re poison, running through my veins
Poison
I don’t wanna break these chains
Poison (Poi-son…)

I wanna love you but I better not touch
I wanna hold you, but my senses tell me to stop
I wanna kiss you but I want it too much
I wanna taste you but your lips are venomous poison

Yeah… Well I don’t wanna break these chains
Poison
Runnin’ deep inside my veins
Burnin’ deep inside my brain
Poison
and I don’t wanna break these chains
Poison

FacesToFaces / 005 • Marti

Marti:
• ha un debole per i manicomi (e per i matti)
• potesse, vivrebbe nei mercatini dell’usato
• anni fa, fece un albero di Natale coi pop corn

FacesToFaces / 004 • Alan

Alan:
• la sua dieta vede l’alternarsi continuo di cucina cinese e kebab (nessuno sa come possa essere ancora vivo)
• al bar, mentre i suoi giovani colleghi ordinarono succhi di frutta, lui timidamente chiese un Cosmopolitan
• se gli chiedi di disegnarti lo stack ti consuma la matita

FacesToFaces / 003 • Eli

Eli:
• da piccola disse “Sono piena come un l’ovo
• la sua camera è praticamente un delfinario
• è la fotografa ufficiale del progetto Faces (quindi se qualche volta mi mancava mezzo gomito è colpa sua)

FacesToFaces / 002 • Lore

Lore:
• è uno dei due esemplari di Homo sapiens sapiens che apprezza una maglia color blu elettrico con un robottino sopra (ma l’altro esemplare non si conosce e soprattutto non si sa se esiste davvero)
• è capace di bere un pentolino di birra in 22:44 secondi
• al posto di cvd, conclude le dimostrazioni con “e ciao”

Dicono di Faces, #3

…l’importante è che se ne parli.