Sangue di pitbull

Pippi è il cane dei miei nonni. È una femmina di Jack Russel dal pelo corto e liscio, il che significa che è un aggeggino minuscolo, bianco con macchie nere e marroni, che quando abbaia fa un casino allucinante tanto che ti verrebbe voglia di sopprimerla immediatamente, se non che sei costretto a reprimere la tua furia omicida a causa del musino dolce che è lì ai tuoi piedi a chiederti di lanciarle la sua pallina rosa più in là, cosicché lei possa galoppare per tutto il salotto e riprendertela. 
– Sai, viene dal sbisbull – fa mio nonno mostrando un certo orgoglio, intanto che la accarezza. 
– Dal pitbull? – correggo io, anche se so che è tutto inutile perché la prossima volta ridirà sbisbull
– Sì, dal sbisbull – appunto.
– Oh tu vedessi quando la portiamo fuori – aggiunge nonna – quando vede gli altri cani, oh come abbaia!
– Ma a tutti eh! Anche a quelli enormi. Ce n’en certi che sono il triplo di lei…
– E allora li vede e inizia a fare ggghhhrrrrr – mia nonna ringhia – Sai Ale, ringhia!
– Guarda, guarda un po’ – nonno tira indietro la pelle di Pippi per mostrarmi quanto somigli ad un sbis… Ehm, ad un pitbull.
– È piccina ma si difende sai! – conclude nonna, tutta soddisfatta.
Sorrido. Grazie alla mia maledetta capacità di vedere delle allegorie orrende in ogni cosa, scopro di sentirmi un po’ come Pippi. Forse ci distingue il fatto che, a differenza dei Jack Russel, io non vado per niente di moda. Tuttavia anch’io sono piccoletto, e nonostante questo ringhio. Ringhio anche alle cose che sono più grandi di me, ringhio anche a quelle cose che sono il triplo di me. 
C’è una linea sottile che divide il coraggio dalla spregiudicatezza. Forse il nome cambia a seconda di come va a finire. Se sei fortunato e ti va bene, lo chiami coraggio. Se ne esci con le ossa rotte, o peggio non ne esci, la chiami spregiudicatezza. 
Se è così, se davvero dipende da come va a finire, ne consegue logicamente che è inutile stare a guardare.  Fissa dritto negli occhi l’alano che hai di fronte e corrigli incontro, e affrontalo come sai fare. Che senso ha non agire? O scappare? Potresti avere la meglio, perché sei più piccolo, sì, ma anche più agile. Perché in passato ne hai prese di botte, magari hai ancora le cicatrici dei loro morsi, e ora sei più forte.
E allora comincia a ringhiare, inizia a correre, e affronta quello che trovi. 
Perché, comunque sia, spregiudicato è sempre meglio di inerte.
18 commenti
  1. gegge
    gegge dice:

    Mmm però c'è pure la saggezza a farti capire quando indietreggiare…restando in metafora le variabili sono tante. Concordo però sul fatto che il risultato possa modificare il nome della stessa azionequalità . ps bello lo sbillbull!

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  2. Courtney
    Courtney dice:

    Il mio parte come coraggio e finisce per essere spregiudicatezza….Avevo un gatto che si chiamava Pippi (per me anche Peppeniello)!!!!Mio babbo non capiva perchè non gli rispondesse quando lo chiamava Poppi….

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  3. Niko46
    Niko46 dice:

    ma vivo è sempre meglio di morto…essere spregiudicati significa agire senza pensare alle conseguenze (quindi anche incoscienti…); essere coraggiosi significa agire "nonostante" si conoscano le conseguenze; quindi non sono la stessa cosa e solo i superficiali definiscono l'azione in base al risultato, benché sia solo quello poi a determinare il futuro e le conseguenze dell'azione…Coraggioso potrebbe anche essere chi non agisce perché ha pensato alle conseguenze e i "contro" erano di molto maggiori ai "pro" (del tipo: meglio aspettare che non raccontarlo) solo per il fatto di averci provato e non essersi piegato supinamente senza pensare…Non sempre "buttarsi" e andare all'arrembaggio è figo, anzi, il più delle volte è semplicemente stupido perché fermandosi e pensando qualche secondo di più si arriva a soluzioni ben più redditizie… Poi dipende dal contesto, naturalmente…

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  4. Mai più sola
    Mai più sola dice:

    bel post davvero! Sono una fiera ringhiatrice nata anch'io, tanto dolce fuori ma tanto cazzuta dentro. E mi sto accorgendo, soprattutto in questo momento particolare della mia vita, quanto serva questa cosa!Ciau!

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  5. Francesca
    Francesca dice:

    Bella questa metafora!E sì, in effetti, solo quando sai com'è andata a finire la puoi chiamare spregiudicatezza/coraggio/incoscienza…Quindi tanto vale buttarsi!Ahahah lo sbilbull spacca.

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  6. Cristina
    Cristina dice:

    giusto due giorni fa osservavo il cane della mia amica, un bigol (ma si scrive così?) che abbaiava a cani grossi il triplo di lui mentre restava indifferente a quelli più piccoli di lui.così ho capito che nella vita ci vogliono le palle! e le dimensioni non contano. (in questo senso e non in altri ;D)un abbraccio

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  7. Riccardo
    Riccardo dice:

    OH CRI PERDONAMI ANCHE TU…a Milano "bigol" (in realtà detto "bigul") è quel attributo maschile… ed effettivamente solo un "bigul" può abbaiare a quelli il triplo di lui.più che palle bisogna essere bigul p.s. "bigul"="belin" genovese (giusto per fare un esempio)e dopo queste lezioni di vita… sparisco.

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  8. Amleto
    Amleto dice:

    Il Jack Russel è una razza tremenda, non scolta, infatti è uno dei cani più abbandonati insieme ai Beagle. Comunque la mia è un Pinscher di Praga fa la gradassa quando i cani sono chiusi nelle ville, se li dovesse incontrare e se fossero più grandi la mia S si sottomette (mettendosi a pancia in su). Che carini i tuoi nonni. ^_^ Mia mamma invece guarda la S e le dice "Fai la bambina! Ma non è una bambola!?" Non ha capito che è un cane e non un nipotino!Ciao *_*

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  9. gattonero
    gattonero dice:

    Sulla traccia di Riccardo: sia il bigul che il belin, cui aggiungo il piciu, in origine indicano la parte anatomica tipica del maschio umano. Per estensione si appioppa a una persona apparentemente goffa e buffa, che però dietro queste caratteristiche nasconde un carattere che è meglio non scoperchiare. In pratica, un agnello che è meglio non far diventare lupo, poiché, quando questo avviene, proprio la sua goffaggine gli impedisce di valutare quando è meglio fermarsi: è il coraggio dell'incoscienza, che si ferma solo quando tutto è finito.Caratteristica tipica degli sbisbull.

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