UN PO’ POP – La mentalità aperta

[ ogni Venerdì sostengo la vostra idiozia su Maintenant Mensile. Ho pensato che potrebbe essere carino fare pubblicità alla rivista e alla mia rubrica Un po’ pop pubblicando qua i post arretrati. Seguiteci, siamo bellini! L’articolo che ripropongo oggi è uscito il 25 Aprile scorso ]
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Buonasera a tutti. Mi permetto di fare un piccolo preambolo, perché sono tornato. Non solo Maintenant è in questa nuova veste, ma perfino la mia rubrica di posta immaginaria e immaginifica riprende a produrre contenuti atti a sostenere la vostra idiozia. La lettera con cui inauguro la nuova stagione me la manda Romano Di Perugia da Brindisi (ma nato a Foggia).
Caro Alessandro, innanzitutto complimenti. Seguo sempre la tua rubrica, specialmente da quando l’hai interrotta. Volevo chiederti, secondo te, qual è il segreto per avere una mente aperta.
Romano Di Perugia, da Brindisi (ma nato a Foggia)
Caro Romano, per avere una mente aperta prova a conficcarti un’ascia nel cranio. (risate registrate, per favore.) Dunque, proverò a darti una risposta più o meno soddisfacente, e vorrei farlo parlando di My favourite game, che non è una pratica erotica, bensì una canzone dei Cardigans. Ricordi i Cardigans, Romano Di Perugia da Brindisi ma nato a Foggia? 
I Cardigans sono un gruppo pop rock svedese: nel 1998, all’apice del successo, per girare il video del loro ultimo singolo scelsero Jonas Åkerlund, un regista geniale che nel curriculum può vantare collaborazioni con le più famose popstar e rockstar della musica contemporanea. Åkerlund girò dunque il video, ma quella che le emittenti televisive decisero di passare fu una sua versione censurata, in cui la macchina da presa è fissa su una ragazza mentre canta alla guida di una decappottabile. Due o tre inquadrature al massimo, sempre su di lei. Un unico punto di vista. Oggi, quindici anni dopo, nell’era di YouTube, è possibile recuperare il film originale: le decine di scene in più ci mostrano che la ragazza al volante è in realtà una pazza spericolata, che mette una pietra sull’acceleratore e guida contromano, causando incidenti e morti. Non solo, ma del video sono presenti ben quattro finali alternativi, in cui la cantante muore in svariati modi sempre più grotteschi. Per me la mentalità aperta è essere come un video non censurato dei Cardigans: più punti di vista, vari finali alternativi, infinite possibilità.

Aggiornamenti vari senza titolo simpatico

Prova. Prova.  Okay, funziona. Sto scrivendo dalla partizione Ubuntu del mio pc. Ubuntu è un sistema operativo, tipo Windows. La differenza principale tra Windows e Ubuntu è che su Ubuntu non so come si fanno le e maiuscole accentate, e ciò mi impedisce dall’iniziare una frase con la e maiuscola accentata in questo post.
Sto scrivendo da Ubuntu perché ho preso un virus. Stavo guardando un film in streaming, cosa che non faccio assolutamente mai (MA NON DISCRIMINO CHI LO FA), e tra l’altro era un film bellissimo e cioè Burton Fink dei fratelli Coen, guardatelo se avete tempo ma magari non in streaming non tanto per l’illegalità della cosa quanto per il fatto che poi ci prendete i virus e poi non potete più accedere ai vostri preziosissimi dati e siete costretti a farvi venire l’esaurimento nervoso e le lacrime agli occhi e un sacco di altri connotati facciali drammatici nel cercare invano di sistemare tutto. 
Tutto questo è successo Venerdì scorso, che ho dunque eletto come il giorno della settimana che odio (MA NON DISCRIMINO CHI LO AMA). Cioè, altro che Thanks God It’s Friday. Okay che il Venerdì esce Un po’ Pop, la mia rubrica di posta immaginaria che tengo su Maintenant Mensile, che bello fare marchette così, ma non è per nulla piacevole prendere un virus. Dico tutto questo perché mi rendo conto di essere stato molto poco presente ultimamente, ma adesso vorrei ricominciare a produrre. Ho un postribolo di idee. Postribolo è la parola del mese, insieme a Top Favola, che mi comunicano essere un complimento molto utilizzato nel mondo gay milanese (NON DISCRIMINO NEMMENO I GAY).
Dopo il venerdì nero, mi sono successe un po’ di cose molto carine, che vado a elencare perché sennò mi dite che parlo solo di suicidio, droghe e Spice Girls – curioso trinomio che spiegherebbe tante cose di me e di mia mamma. (A PROPOSITO, NON DISCRIMINO I SUICIDI, I DROGATI E NEPPURE LE SPICE GIRLS NONOSTANTE VICTORIA FACCIA DI TUTTO PER RENDERSI DETESTABILE).
Le cose belle che mi sono successe questa settimana da Venerdì in poi sono:
– due miei migliori amici venuti a trovarmi a Torino
– tre bottiglie di vino rosso
– un amico che mi ha regalato un barattolino di pesto di pistacchi, che è la mia nuova passione, e quando parlo di passione intendo proprio un sentimento amoroso e a tratti erotico
– uno dei miei migliori amici che ha vinto un premio per aver scritto una meravigliosa drammaturgia
– scoprire che esiste una radio che trasmette solo Beatles
– una persona a cui voglio tanto bene sta un pochino meglio e la andrò a trovare presto
– riuscire ad arrivare in biblioteca un secondo prima dell’inizio dell’uragano (NON DISCRIMINO GLI URAGANI)
– sapere che Alice Rohrwacher, che ha fatto la mia stessa scuola, ha vinto il Grand Prix al festival di Cannes
– la proprietaria di casa che ha promesso di cambiarci la cucina sotto hitleriana minaccia del mio coinquilino mezzo tedesco (MA NON DISCRIMINO I TEDESCHI ANZI SONO MOLTO SIMPA)
– un amico che è tornato in terra natìa ma non si dimentica di mandarmi note vocali contenenti versi strani e frasi in dialetto siciliano
– riportare un portafogli al proprietario senza rubare i centoquarantacinque euro contenuti al suo interno e ricevere una bella mancia (NON DISCRIMINO GLI ONESTI)
– per puro spirito culinario e scientifico ho sperimentato la pomodonara (marchio registrato da me), cioè la carbonara coi pomodorini al posto della pancetta, e ho scoperto che è praticamente un orgasmo
– aver preso con filosofia e spiccata ironia quando mi hanno detto di essere uno che discrimina le categorie umane.

Some day somebody’s gonna make you want to turn around and say goodbye
Until then baby are you going to let them hold you down and make you cry
Don’t you know? Don’t you know things can change
Things’ll go your way if you hold on for one more day

(se questo post inspiegabilmente vi dovesse suggerire vignette o disegnini, mandatemeli che li posto molto volentieri!)

Tony

Una questione privata tra me e RTL

ore 21:58
Ciao! Volevo salutare Giulia e Marco che ci hanno preparato una cena deliziosa!
ore 22:15
Ciao a tutti, un saluto a Giulia e Marco per la fantastica cena che ci hanno preparato questa sera. Buona Pasquetta a tutti!
ore 22:21
Ciao RTL, potreste salutare Giulia e Marco da parte mia? La loro cena è stata eccezionale. Buona Pasquetta a tutti voi.
ore 22:25
RTL siete fortissimi, passate il mio messaggio, grazie a Giulia e Marco, cena sublime! RTL è anche mia!
ore 22:28
RTL ciao, sono venti minuti che stiamo guardando il vostro programma ma non avete ancora passato il mio messaggino di ringraziamento per la magnifica cena di Giulia e Marco, ci farebbe tanto piacere. RTL è anche mia.
ore 22:29
Se passate i messaggi di Ciuffo e Rossana e non il mio mi incazzo come una iena. RTL è anche mia.
ore 22:35
Carissima RTL, volevo presentare un formale sms di reclamo. La cronologia di whatsapp mi permette di vedere che il primo messaggio che vi ho simpaticamente inviato risale a oltre mezz’ora fa. Ora, essendo voi la prima tra le radio nazionali come ricordate ogni tre secondi con il vostro ridondante e ossessivo slogan, immagino e credo di non allontanarmi troppo dalla realtà se affermo che ricevete centinaia di messaggi al minuto. Tuttavia è mia intenzione protestare, sebbene nel rispetto della legislazione italiana se non del comune senso civile, contro l’algoritmo che decide quali messaggi mandare in sovraimpressione durante la rotazione dei video musicali. Trovo che la suddetta scelta sia grossolana e approssimativa, dato che posso tuttora osservare messaggi che da un primo punto di vista soltanto grammaticale sono effettivamente impropri (penso all’uso eccessivo di segni di interpunzione quali puntini e punti esclamativi, ma anche all’utilizzo di k al posto del corretto ch e di congiunzioni che connettono forzatamente frasi subordinate senza tuttavia mantenere l’identità di soggetto) ma anche considerando un aspetto più concettuale e/o contenutistico non si riscontra negli sms selezionati alcun contributo vagamente emotivo o se non altro originale. Faccio presente che, al contrario, all’interno degli svariati messaggi da me inviati non solo è presente una valida struttura narrativa di base ma anche da un punto di vista formale sono praticamente impossibili da criticare. Si noti, per esempio, la terminologia mai uguale utilizzata per aggettivare la parola cena. Inoltre, è stata mia premura aggiungere in fondo al messaggio, lo slogan “RTL è anche mia”, che credo sia una locuzione essenziale per essere minimamente presi in considerazione. Grazie per l’attenzione.
ore 22:49
Ciao a ttt! Sprtttt a Giulyyy e Marko x la cena FICHISSIMA!!!!! RTL è anke mya!!!! 
ore 22:53
Oh, c’ho provato.
ore 23:07
Carissimo tizio che decidi quali sms mandare in sovraimpressione: ho capito che non devo incazzarmi con te, che poverino lavori anche il giorno di Pasquetta mentre tutti gli altri fanno le grigliate e i pic nic. Tuttavia, volevo solo informarti che il menù che Giulia e Marco ci hanno preparato prevedeva: come antipasti, crostini al lardo con sopra un filo di miele, valdostana e frittata speck e asparagi; di primo, trenette integrali con pomodorini secchi, pinoli tostati e ricotta di pecora dorata (la ricotta dorata, non la pecora); di secondo, costolette di maiale in salsa agrodolce accompagnate da pomodorini e patate al forno; per dolce, svariate torte cucinate dal fratello di Laura; l’aperitivo che non ho precedentemente menzionato è stato preparato da Giulia ed è stato accompagnato dai pentagrani, le patatine rivelazione del 2014. Buone feste, stronzo.
ore 23:30
Comunque è la seconda volta che passate Shakira, datevi una regolata.
ore 23:46
Tanto ascolto Radio Deejay. 

Scartavetrare, o Un’altra metafora didascalica

Io e i miei coinquilini abbiamo imbiancato le pareti della cucina. In realtà gran parte del lavoro l’hanno fatto loro, perché io in quel periodo avevo preso l’influenza e la mia principale occupazione era vagabondare per casa con aria cencea in cerca di antibiotici – a proposito, mi è avanzato dell’Augmentin quindi se qualcuno lo usa come droga me lo dica che glielo vendo.
Adesso dobbiamo decidere che colore dare. Io non credo di intendermene molto, così lascio decidere loro. È buffo, perché posso assistere a conversazioni tipo:
– io la vorrei fare color crema
– uhm, io pensavo più a un panna…
– ecco! anch’io pensavo al panna, però gialla
Sarà stata l’eccessiva presenza di pennelli in casa, ma mi è venuta la voglia di dipingere le ante dell’armadio con la vernice lavagna. Fa sempre comodo una lavagna in camera: la puoi utilizzare per appuntarti informazioni utili, come COMPRARE OLIO oppure CONSEGNA PRIMA DI PASQUA o anche GODITI LA VITA. Fatto sta che, completamente posseduto dallo spirito di Barbara di Paint Your Life, mi sono messo all’opera.

Ora, ve la farò breve e nel modo più scientifico possibile. Gli armadi che si comprano nei mobilifici sono già verniciati. Questo significa che una seconda vernice difficilmente aggrapperà sulla prima (“aggrappare” è un termine tecnico che mi ha insegnato mio nonno). Ma poiché sono clamorosamente cretino, mi sono detto: Pfui, figurati se non aggrappa. E ho iniziato a spennellare con fare furbesco e impavido. Il risultato è stato che non appena ho provato a usare il gesso, questo si è portato via lo strato più superficiale di lavagna, proprio lì, in corrispondenza del solco.

È così che ho iniziato a scartavetrare. La carta abrasiva non è un oggetto semplice da gestire: non è ottimale se non premi in modo omogeneo sulla parte che passi. Pieghi il rettangolo che ti serve, quindi, e poi cominci a tracciare dei cerchi sulla superficie, e continui così finché non hai terminato di scartavetrare tutta l’anta. Non è un procedimento impossibile, ovviamente, ma bisogna farlo in modo accurato, bisogna faticare un pochino, o rischi che nemmeno la prossima volta la vernice aggrappi. È un po’ così con tutto, mi sa, o almeno questo era quello che pensavo mentre muovevo le dita in senso orario. A volte prima di costruire bisogna radere al suolo le rovine per ritrovare il vero terreno. Aggiungere soltanto non fa altro che inspessire lo strato della maschera.

Figure retoriche, gratuite ma didascaliche

In cinese il termine “crisi” si compone di due ideogrammi che presi singolarmente significano “pericolo” e “opportunità”. O almeno così credevo quando stamani un docente ci ha portato questo esempio per motivarci – non ho capito bene a cosa volesse motivarci, ma era americano, loro vogliono sempre motivare un po’ tutti. Purtroppo ho controllato, e Wikipedia dice che non è vero. Peccato, perché mi stavo quasi per motivare.
Per modificare la luminosità del monitor ho a disposizione due tastini: sul primo è stilizzato un piccolo sole nero, e premendolo la luminosità si abbassa; per aumentarla c’è il secondo bottone, su cui il sole è bianco. È anche vero che la luminosità è inversamente proporzionale al risparmio energetico, cioè più essa è alta, più il computer consuma, e quindi meno tempo dura la batteria, e viceversa. Tutto questo per dire che la luminosità ha un prezzo, e a volte non si ha sufficiente batteria per mantenerla.
C’è una scena, in un film di Buñuel chiamato Estasi di un delitto, in cui una suora cerca di scappare da un pazzo omicida. Apre una porta che dà sul nulla e si lancia nel vuoto e muore. Guardo questa scena, e mi sembra di rivedere la mia vita. O perlomeno la trama di gran parte dei miei oroscopi sull’Internazionale.