Don’t stop beLondon • Day 3

Per cominciare la giornata veramente molto irritato, mi ha svegliato Elle me dit di Mika. Ora, la musica dance appena svegli, per quanto glam che sia, non può non farmi innervosire. Una volta ebbi il coraggio di mettere come sveglia Dragostea din tei, e rimasi incazzato per due settimane. Ciuffo non ha pensato a questa cosa nello scegliere la sveglia, col risultato che mi ci sono volute due brioscine per addolcirmi un po’.
Portobello Road
Il terzo giorno era un Sabato. E, di Sabato, Londra va al mercato di Notting Hill. E quando dico “Londra” intendo proprio tutta Londra. Le metropolitane vomitavano fiumi di gente, tanto che abbiamo anche fatto la fila per uscire dalla stazione. Quando siamo usciti abbiamo trovato il popolo che scorreva tra le bancarelle di Portobello Road. È un mercato affascinante, e ci si trova davvero di tutto. Soprattutto cucchiai, che però non ci interessavano, dato che a Londra è impossibile trovare uno yogurt o una minestra (in realtà di zuppe ne abbiamo trovate, mio malgrado, ma ne parlerò più avanti). Invece ci siamo dati da fare per comprare vari oggettini acchiappa-turisti. Non ho avuto cuore di prendere una fiaschetta con scritto I love London, che sarebbe stata tanto utile quanto kitch.
Ciuffo con la giacca british.
Finalmente posso scrivere su questo blog qualche avventura illegale. Ebbene sì, perché in un negozietto di Portobello, Ciuffo aveva finalmente trovato la giacca british per la quale scassava le palle da due giorni. Costava una cosa come 80 sterline, quindi non ha voluto comprarla. E non avrebbe nemmeno potuto indossarla, perché c’era un tizio che controllava la stanza molto attentamente. Ma i migliori videogiochi d’azione insegnano che la guardia cambia sempre locazione almeno una volta ogni tanto (tutta la mia infanzia a guardare mio papà giocare a Tomb Raider sono serviti a qualcosa, finalmente), così abbiamo aspettato pazientemente che il tale si allontanasse, e Ciuffo ha potuto farsi una foto con la famigerata giacca. Poi abbiamo scoperto che il negozio aveva le telecamere. Nella piramide di Lara Croft non c’erano telecamere, pertanto io non avevo previsto tale eventualità.
Visto che ci trovavamo a Notting Hill, e visto che Notting Hill è anche una delle mie commedie preferite (peccato solo per la voce di Julia Roberts nel doppiaggio italiano che è una cosa assolutamente indecente), mi sono dato da fare per cercare la famosa libreria in cui Hugh Grant vendeva libri di viaggi. Ma non la trovo. Sì, effettivamente avrei potuto non scrivere questo particolare. Se mi metto a scrivere anche le cose che non ho visto, faccio prima a redigere una guida di Londra.
Ciuffo che tenta di presentarsi a
uno scoiattolo.
Portobello Road non ha fine. No, sul serio: è infinita. A un certo punto ci arrendiamo. Infattibile tornare alla tube station da cui eravamo arrivati, troppo troppo lontana. Ne cerchiamo un’altra, e fortunatamente la troviamo, e ci dirigiamo ad Hyde Park. Il primo approccio che ho avuto con gli scoiattoli è stato molto simile al primo approccio che ho avuto guardando Nightmare: non mi aspettavo che dei simil-topastri ti venissero così vicino e a quella velocità, quindi mi sono un attimo spaventato quando ne ho visto uno che mi saltava contro da un albero (il mio sussulto, peraltro, ha fatto sghignazzare degli inglesi antipatici seduti su una panchina lì vicino, inglesi che spero andranno all’inferno dove, per la legge del contrappasso, saranno condannati a subire frustate da uno scoiattolo gigante vestito di latex nero).
Ciuffo che tenta di entrare a Buck…
Ma che sto dicendo!? Ciuffo che,
come suo solito, fa l’idiota.
Pranziamo nel giardino delle rose, in compagnia di famelici piccioni. Neanche una mezz’ora di riposo, e dobbiamo ripartire, alla volta di Buckingam Palace, a cui arriviamo passando per St James Park e the Mall. Okay, ammetto che sì, Buckingam sia oggettivamente un bel posto, ma a me non ha entusiasmato molto. Alla fine è un palazzo, un palazzo molto grande ma pur sempre un palazzo, con la differenza che, quando la regina è dentro, la bandiera reale sventola sul tetto. Voglio proporre a mia madre di mettere una bandiera sul tetto, e di toglierla quando va a fare la spesa: l’effetto dovrebbe essere il solito, magari con nonno e papà vestiti da cretini a fare il cambio della guardia.
Ancora metro, per quello che sarà l’ultimo, interminabile giro della giornata; il giro che ci avrebbe definitivamente distrutto le gambe. Arriviamo alla Torre di Londra, in cui non entriamo (“Avete fatto bene a non entrare, Ale: ci sono solo due anellini” cit. Giuli), e poi proseguiamo per il Tower Bridge, che ho trovato un po’… infantile, con quei colori pastellosi che i bambini dell’asilo usano per disegnare il cielo. Ad ogni modo, attraversiamo il ponte e ci troviamo dall’altra parte di Londra. Piccola parentesi sul Tamigi: è sporco come il lavandino di Sophia Loren dopo che si è tolta dalla faccia i due o tre chili di fondotinta. Abbiamo visto sulla riva che c’era pure un flacone di detersivo, che poi è esattamente ciò che utilizza Sophia Loren per togliersi il fondotinta.
Io, davanti al Globe!
Stasera si esce col ballo del pesce ♪♫
Arrivati sull’altra sponda, vediamo dall’esterno un sacco di cose che non ricordo, ma ne cerchiamo solo una. C’era vento, era freddo, era tardi, avevamo fame ed eravamo stanchissimi, ma ormai dovevo vederlo. Era una delle cose per cui avevo insistito, tanto che, nei giorni precedenti, Ciuffo aveva pensato a diversi modi per uccidermi. Il Globe. Il teatro dove recitò la compagnia di Shakespeare. Beh, non il vero Globe, ovviamente, che fu distrutto da un incendio, ma quello ricostruito di recente. 
Due sciabigotti a Soho.
Trovare la metro è stata un’impresa ardua, ma dopo chilometri e chilometri siamo riusciti a tornare all’hotel. Ceniamo al KFC il cui pollo (o quel che è: dal sapore mica si riconosce che è pollo. Potrebbe essere un gatto, o un topo, o un platano, chi lo sa) mi rimane sullo stomaco, e poi facciamo un “giretto” a Soho, che si conferma un luogo magico e allegro. Poiché siamo due dementi non leggiamo il volantino, e anche se l’avessimo letto non avremmo capito che Foam Party si traduce in Schiuma Party. Così ci ritroviamo all’Heaven circondati da gente che sembrava appena uscita da una doccia fatta con i saponi della Lush. Fortuna che il posto è davvero enorme, e riusciamo a trovare una saletta asciutta – o quasi – in cui davano musica anni 90, di modo che abbiamo potuto rimanere a ballare i Backstreet Boys e compagnia, che fanno sempre piacere. Ad ogni modo, quella sera il vero “paradiso” è stato raggiungere il letto.
5 commenti
  1. Valeh
    Valeh dice:

    "Voglio proporre a mia madre di mettere una bandiera sul tetto, e di toglierla quando va a fare la spesa: l'effetto dovrebbe essere il solito, magari con nonno e papà vestiti da cretini a fare il cambio della guardia."ASPETTO LE FOTO!!

    Rispondi
  2. Essemme!
    Essemme! dice:

    La foto nella quale ciuffo tenta di presentarsi a uno scoiattolo mi ha fatto scompiscià! Ciuffo, da come racconta il reportage Ale, sembra una figura alla stregua del "buon Fabio" di striscia, solo con qualche parola in più! 😀

    Rispondi
  3. Ciuffo
    Ciuffo dice:

    Ecco, ora pure il "buon Fabio"…Dovrò mettermi sotto per raggiungere il suo peso forma… Oddio con tutti i fritti e rifritti mangiati a Londra non manca molto! -.-'

    Rispondi

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Rispondi a Ale Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.