Occhi foderati di spinaci

Vedo VERDE. Vedo tutto VERDE.
No, non ho Hulk davanti a me, fortunatamente. Non sono nemmeno dentro a un cespuglio (fortunatamente anche in questo caso: chissà quanto c’è freddo dentro a un cespuglio, adesso).
Vedo VERDE semplicemente perché oggi a mensa c’era un sacco di roba VERDE. E il caso ha voluto che io prendessi tutta roba VERDE (se si fa eccezione per lo yogurt, che grazie al cielo era all’albicocca: un giallino tenue che mi dava speranza). Tutta roba VERDE: avevo il vassoio che sembrava un tributo alla Padania. Bossi (Umby caro) sarebbe stato contento.
E vedo VERDE perché quella roba l’ho pure mangiata!
Dunque, di primo c’era la solita pasta alla puttanesca, che è un evergreen (traduzione: sempreVERDE). Ogni tre giorni alla mensa c’è ‘sta cacchio di pasta alla puttanesca. Il primo giorno che l’ho presa: “Uuuuuuh quant’è bbbona!“. Il secondo giorno “Ohhh, ancora la pasta alla puttanesca? Meno male, perché mi piace molto!“. Al terzo giorno l’entusiasmo ha una nota di incertezza: “Bene, la pasta alla puttanesca.” Il quarto giorno mi si instaura il dubbio che forse la pasta alla puttanesca la fanno un po’ troppo spesso. Infatti penso: “Ma la pasta alla puttanesca non la fanno un po’ troppo spesso?“. Il quinto giorno mi do un ultimatum. “Via, prenderò la pasta alla puttanesca anche stavolta, ma la prossima no, eh?“.
E oggi era, appunto, “la prossima volta“. Così che ho fatto? Ho guardato gli altri primi. Mi ha colpito un intruglio VERDE. Guardando il cartellino ho scoperto che si trattava, infatti, di “Minestra VERDE”. Toh, prendiamo ‘sto brodo, magari è buono… Poi arrivo ai secondi. Come contorno ci sono i ceci o gli spinaci (VERDI, VERDIssimi). Rifiuto categoricamente i ceci, sia perché non mi piacciono sia per il termine che ha un suono troppo melenso. Quindi prendo gli spinaci, e almeno stavolta non specifico il loro colore.
Arrivo al tavolo, inforco il cucchiaio, lo affondo nella ciotola e lo avvicino al naso: inodore (come la cocaina). Sicché lo porto alla bocca e mangio. Ingoio. Un lampo di luce verde mi acceca. Tipo il flash dell’Avada Kedavra, non so se avete presente Harry Potter. Per il momento, tutto ritorna a colori. Giuli è già lì che racconta la sua esperienza, da donna provata quale è: “Eh, io l’ho presa una volta, poi non l’ho più ripresa. E’ fatta con gli spinaci ripassati!”. Laura la ascolta annuendo: approva. Io intanto provo a mangiare, ma ogni boccone è pesante come l’odore della vernice. Vernice VERDE, ovviamente. Quando poi sono passato agli spinaci, passivamente accoglievo il cibo nella bocca. A quel punto non si trattava più di cibo, né di arte mangereccia, ma di un meccanico nutrimento per lo stomaco.
Sono vivo, sono sempre vivo. Non mi ha ucciso Facebook, non lo faranno neanche gli spinaci. In barba a Braccio di Ferro.

P.S. Spero abbiate notato il colore con cui ho deciso di postare questo intervento. Sì, sì, chiamiamola una coincidenza

2 commenti
  1. Laura
    Laura dice:

    Meno male che non eri a casa mia ieri sera!! Sai cosa c'era di secondo? SPINACI!!!! ..Anche se avresti concluso in bellezza il TUO "Green Day".. XD

    Rispondi

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Rispondi a Romano Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.