• Le donne che rivorrei (nel 2017)

30 DICEMBRE 2016
Lists

Poiché l’unico motivo per cui aspetto il 2017 è poter utilizzare l’agendina settimanale di Tiger (i quattro euro meglio spesi della mia vita, se proprio volete saperlo), quest’anno ho deciso, in un’ottica inaspettatamente adulta, di non stilare una lista di buoni propositi.

Ho elencato i miei propositi in una lista fino all’anno scorso, anche solo mentalmente (ho smesso di pubblicarla quando la gente è diventata sufficientemente disinibita da scrivere la propria su facebook, cosa che ha reso la pratica molto più mainstream, noiosa e ingiusta nei confronti del genere umano).

Tuttavia, ho supposto che qualcosa di buono il 2016 deve averlo avuto, ma sì, dai, per forza, e ho pensato che sarebbe stato bene identificarlo per augurare a me stesso di ritrovarlo nel 2017. Ancora una volta, posso identificare quello che mi è piaciuto di quest’anno in alcune, meravigliose figure femminili.

Queste sono le donne del 2016 che io vorrei ritrovare nel 2017 perché hanno rappresentato qualcosa di importante.

MICHELLE OBAMA

Non è stato un anno super grandioso per la politica internazionale, non trovate? Voglio dire, la Brexit, la Turchia, Trump, l’Ucraina che vince gli Eurovision, segnali preoccupanti anche con la deriva xenofoba e sempre meno progressista che sta prendendo l’Italia. C’è bisogno di trovare aria nuova, da qualche parte, e io ho voluto identificarla in lei, Michelle. A partire da come balla Single Ladies fino a come parla durante i congressi dei democratici.

SELENA GOMEZ

Okay, so cosa state pensando: chi cazzo è?. Selena Gomez è una cantante partorita da mamma Disney, mondo in cui interpretava un telefilm chiamato I maghi di Waverly di cui io potrei casualmente sapere a memoria tutte le puntate. Dopo Disney Channel, ha iniziato a fare la sgualdrina nella musica, diventando dunque ancora più affascinante. Poi, quest’anno, ha smesso di cantare. Selena Gomez ha il lupus, una malattia autoimmune, cronica, multifattoriale, rara, di cui si sa poco. Io mi auguro con tutto il cuore che le cure che sta prendendo facciano effetto, a lei così come a tutte le persone affette da questo tipo di malattia. È stato importante che Selena Gomez abbia parlato del lupus: la sensibilizzazione favorisce la ricerca e migliora la vita di chi ne è affetto.

ELIZABETH WINDSOR

In tutti questi anni in cui so pensare cose, ho cambiato idea moltissime volte. L’ho cambiata su Beppe Grillo (da bene a male), su Ligabue (da bene a male a bene a neutro), su Game of Thrones (da bene a male), su Fedez (da male a benino e comunque è gnocco), sul festeggiare il Natale (da male a okay), sul veganesimo (da male a cazzi loro), e potrei continuare ma immagino che sarebbe poco interessante. Una cosa su cui sono rimasto della mia idea è l’attrazione verso la timidezza, l’essere riservati e introversi. Ora, non so come mai, forse per una visione distorta di The Crown, ma voglio associare questa caratteristica alla figura della Regina Elisabetta II, che sa dire molte più cose rimanendo zitta e sé stessa, piuttosto che fare un teatrino di cose false e vuote. Un giorno scriverò qualcosa sulla timidezza, scrivo già un casino di cose sulla timidezza e non le pubblico mai.

ELEVEN

C’è una cosa che mi dà molta noia in un film, e l’ho scoperto dopo aver guardato Lo chiamavano Jeeg Robot (film meraviglioso, sì, sì, ma non per questo privo di difetti). E cioè quando il personaggio femminile (o comunque appartenente a una minoranza) non agisce in quanto personaggio a tutto tondo, bensì serve soltanto per morire, causando un’evoluzione nel protagonista maschile. Ho anche scoperto che questo è un meccanismo piuttosto comune nella narrativa, ed è noto come Donna nel frigorifero. Per questo ho amato Stranger Things, serie che non solo ricrea meravigliosamente gli Anni Ottanta, ma li reinterpreta, risolvendo alcune questioncine discriminatorie a cui nei veri Anni Ottanta non erano ancora arrivati. Eleven ne è un esempio: potente, indipendente, lontana dagli stereotipi estetici, etc.

CRISTINA BUGATTY

Quest’anno ho completato definitivamente il mio curriculum da omosessuale di origine controllata e protetta: ho seguito Pechino Express. Concerto di Immanuel Casto, ce l’ho, RuPaul Drag Race a colazione, ce l’ho, feed Instagram pieno di manzi, ce l’ho, stereotipate esagerazioni nella mimica facciale, ce l’ho, antipatia verso tutto ciò che è gay perché solo io posso essere gay, ce l’ho (questa piano piano vorrei levarmela, eh). Mi mancava soltanto Pechino Express, un programma di cui evidentemente i vertici Rai non si sono accorti di avere in palinsesto. Meglio, perché Pechino Express è un prodotto che è al contempo totalmente cretino e spietatamente intelligente, e mi ha fatto ridere come un matto per svariate settimane. E poi mi ha fatto conoscere una delle mie nuove guru: Cristina Bugatty.

Ed è proprio la cara Cristina che mi ha convinto definitivamente a non stilare buoni propositi quest’anno: tanto non sono quelli a portarci avanti, ma la merda che abbiamo mangiato fino al 2016. Buon anno a tutti!

Roba affine
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