• Lettera aperta a Lorella Cuccarini

29 GENNAIO 2016
Cose extra
Cara Lorella,
è stata una settimana faticosa. Per esempio, io sono scivolato sul marciapiede e ho passato il Venerdì sera ad addormentarmi ripetutamente su Big Hero 6. A proposito, se l’hai già visto non dirmi come finisce che stasera ci riprovo.
Ma anche per la comunità gay non è esattamente un periodone. Certo, la manifestazione #svegliatitalia è stata un successo, questo è vero. Ma abbiamo avuto anche diverse delusioni. Prima Sarri che dice frocio e finocchio, che invece di suscitare una discussione costruttiva sul razzismo nel calcio, ha soltanto contribuito ad alimentare l’ignoranza e l’omofobia. Poi il Papa che con la sua solita espressione da Woody Allen vecchio e rincoglionito sostiene che gli omosessuali vivono nell’errore. Non parliamo poi del cardinal Bertone, che agghindato come una drag queen con abiti il cui valore totale supera abbondantemente quello di casa mia, sfila fino ai laici microfoni della televisione italiana per dire che le unioni civili non sono una famiglia. E potrei continuare, mentovando magari la disinformazione attuata da Repubblica, il parere fuori luogo e assolutamente non richiesto di Ornella Vanoni, il bisogno di attenzione di quei poverini di Malgioglio e Signorini e le stravaganti strategie social di Italo.
E alla fine, come ciliegina sulla torta, arrivi tu, Lorella Cuccarini, a dire che due uomini non possono crescere un figlio.
Questo non è solo Alto Tradimento, è proprio fantascienza. Ma come, Lorella, proprio noi che ti abbiamo sempre seguita e supportata e amata e imitata nella solitudine delle nostre camerette sparando La Notte Vola a tutto volume nel desiderio che gli anni Ottanta tornassero solo per assistere dal vivo a quelle coreografie.
È come se Mariah Carey si lamentasse di quanto è palloso il Natale.

È come se Sgarbi articolasse i suoi discorsi con pacatezza e diplomazia.

È come se la Regione Sardegna ripudiasse il pecorino.
È come se Siri dicesse Ma cercatela da solo Via Sant’Agostino, coglione.

Lorella, ripensaci: chi te le ascolta le tue canzoncine, se non lo facciamo più noi? Chi viene più a vederti a teatro, se non noi e le nostre amiche frociarole? Ce li vedi, i leghisti tanto contrari al matrimonio egualitario, ad agitare le manine sulle note di Vola? Pensi che il body argentato lo indosserà Costanza Miriano a un catto-raduno di donne sposate e sottomesse?

Lorella, sono piuttosto sicuro che da qualche parte esista già una lista di tutte le drag queen pronte a bruciare vivo il dj sulla consolle se mai oserà rimettere Sugar.

Lorella, dai, ripensaci. Ma non eri tu quella che cantava Liberi liberi? Che inneggiava a “chi ci spera ancora”? Quando ero piccolo, eri l’unica donna dello spettacolo di cui mi ricordavo. Mia mamma avrebbe già dovuto capire tutto, e invece. Avevamo una musicassetta piena di canzoni, e io chiedevo sempre di rimettere il punto in cui cantavi tu (anche perché dopo c’era In questo mondo di ladri e Hanno ucciso l’uomo ragno e il periodo revival sarebbe arrivato solo in seguito). Mi ricordo benissimo di questo programma di Pippo Baudo che andava in onda nel preserale e uno dei simpatici giochi che il caro presentatore proponeva ai concorrenti era il capire chi fosse la persona nello specchio magico che smontava la foto in tanti pezzi. Una sera la celebrità da ricostruire eri tu, e indovina chi fu quel bambino che da una cucina pulita e illuminata bene di Lucca gridò “OELLA”.

Forse fin qui non sono stato chiaro. Non ti sto chiedendo di ripensarci per me, o per noi. Sostanzialmente, a noi non cambia niente. Troveremo un’altra icona, ascolteremo altra musica, faremo pace coi sostenitori di Heather Parisi e chiuderemo le serate con Disco Bambina e Cicale.

Ti sto chiedendo di ripensarci, Lorella, per te. Perché qui non si tratta di avere un’opinione diversa, perché “l’opinione diversa” che stai appoggiando non solo non è basata su nessun principio scientifico, non solo tutte le significative e imparziali associazioni di psichiatri e psicologi e studiosi esistenti hanno smentito categoricamente questa “opinione diversa”, ma sopratutto perché “l’opinione diversa” che stai avendo limita i diritti e la felicità di uomini, donne, bambini, persone, PERSONE, che con te non hanno niente a che fare.

Ripensaci, Lorella, perché ci ripenserai comunque.

Quando, tra qualche anno, le famiglie omogenitoriali saranno una realtà riconosciuta anche in Italia, sarai costretta ad ammettere a te stessa di quanto fossi cretina, tempo addietro, a non capire che l’amore è amore e basta.

Roba affine
9 commenti
  1. poison
    poison dice:

    Mi mancava l'esternazione di Lorella Cuccarini, ma a dire il vero non sono informata nemmeno su Ornella Vanoni.Io sarò anche l'ultima delle cretine, ma non capirò mai perché la gente deve necessariamente dire la sua a proposito di argomenti di cui non sa nulla. Che in estrema sintesi è quello che sto facendo io in quest'istante. Ma davvero, non capisco come l'approvazione del ddl Cirinnà possa ledere i diritti acquisiti delle famiglie "tradizionali".

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  2. serena
    serena dice:

    Non conoscevo questo blog, peccato! Sono vecchiarella e da sempre sostenitrice dei diritti di tutti/e a qualunque livello ed in qualunque circostanza, senza eccezioni.
    La Cuccarini è deficiente, e sarà anche co-conduttrice al prossimo Sanremo, che quindi io non guarderò, perché non la reggo propprio: insieme alla Balivo, rappresenta la quintessenza dell’ignoranza becera e populista che va sempre più prendendo piede.
    Il mio commento arriva con un ritardo biblico. Mi piaceva l’idea di dirti “ci sono anch’io”. Per il momento, pratico lo zen dell’italiana di sinistra frustrata e bastonata: sono tanto stanca, figlio mio, sapessi… Ad un po’ di tv decente abbiamo diritto, per la miseria! Invece, solo film su primevideo, troppo spesso distopici fino alla nausea. Leggo tanti libri, e volo! IO sì che volo davvero. Un bacione.
    Serena

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